Lo Zibaldone
“La peste nuova”, una stimolante lettura del contemporaneo
“Nelle ultime settimane, mentre volontari ed esperti in epidemie si radunavano per cercare un riparo per i contagiati, fra le sirene bitonali della Croce e della Mezzaluna Rossa, a me personalmente restava la consolazione di passeggiare nelle piazze spopolate”.
Il dramma della pandemia da Covid-19, la quarantena, l’esilio domestico e la desertificazione del paesaggio urbano sono state lo spunto per lo scrittore e filosofo Fulvio Abbate di riprendere ‘La peste bis’, lavoro del 1997, e dar vita ad un’opera nuova per temi ed estensione: “La peste nuova”, in libreria dal 2 luglio con La Nave di Teseo (180pp, 16 Euro).
Dopo la partenza della fidata collega Valeria, Guido Battaglia, inventore di storie, e soprattutto di barzellette, vive smarrito in una città in cui si assiste al dilagare del virus, tra crescenti contagi e nuovi morti, ossessionato da ricordi e fantasmi. In un’atmosfera di confusione e straniante sospensione, segnata dal passaggio di carri armati e ambulanze, Guido viene incaricato da due ragazze bellissime di scrivere una storia, nel giro di pochi giorni, che possa salvare la città da questa ‘peste nuova’ e gli abitanti dall’inquietudine. In cambio potrà godere del loro sesso.
Inizia così per il protagonista una sorta di avventura, in cui vaga per le strade alla ricerca d’ispirazione (e aiuto) per scrivere la barzelletta più importante della sua vita. L’amico e anestesista Sergio Zama, sarà il suo principale alleato nell’impresa di creare qualcosa di unico. Ma mentre la ricerca della trama prosegue, l’imperversare della malattia si fa più stringente; tutto intorno è silenzio, paura, nuovi focolai e ronde militari.
I pochi che incontra sembrano aver perso il lume della ragione, anche se forse in fondo sono tutti alla ricerca di qualcosa che li salvi: chi l’amore, chi un vaccino, chi persino una risata.
Sospeso tra il romanzo e il saggio filosofico, “La peste nuova” propone una riflessione su alcuni nodi essenziali: il concetto di limite, la salvezza, la nostra impotenza di fronte alla natura (e alla malattia), la speranza e il ruolo dell’intellettuale in questo intricato scenario. Una lettura complessa, non sempre lineare, ma indiscutibilmente stimolante.

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