Lo Zibaldone
La guerra di Lia
Nel 1944 la resistenza alle truppe d’occupazione naziste culminò nella proclamazione della Repubblica partigiana della Carnia. Per venire a capo della rivolta, i tedeschi favorirono il trasferimento nella zona dei cosacchi, abili ed efferati combattenti, ai quali in cambio del loro aiuto fu garantita la possibilità di trasferirsi a vivere, con donne e bambini, vecchi e animali, nella Carnia. Nacque così la “Kosakenland in Norditalien”, frutto avvelenato dell’operazione Atamam, che mise fine alla repubblica partigiana e diede inizio a una difficile convivenza, a volte positiva più volte negativa, tra le due popolazioni, convivenza che terminerà solo ad aprile 1945 quando i cosacchi lasceranno la zona. Questa storia poco conosciuta è stata romanzata da Silva Ganzitti nel suo libro “La guerra di Lia”, figlia adolescente di Bartolo e Tina che vive con i genitori a Buja, testimone oculare delle sofferenze della popolazione della Carnia. Ma questa vicenda costituisce solo una parte dell’opera, l’altra è legata alla vita di Lia, che diventa adulta in tempo di guerra, un romanzo, quindi, di formazione di una ragazza molto particolare. Lia, infatti, nasce con la camicia e come tale viene considerata una “benandante”, una figura molto importante, perché con i suoi poteri magici è in grado di proteggere la comunità da entità malefiche. “La guerra di Lia” è un romanzo che con grande delicatezza nel modo di narrare, senza odio nelle parole, vuole ricordare quelle popolazioni vittime di eventi bellici di cui non avevano alcuna colpa e dei sacrifici che hanno affrontato per tornare ed essere libere.
Silvia Ganzitti
La guerra di Lia
Solfanelli, 2019
pp.208, Euro 16,00

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