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La formula segreta di Coca-Cola: la svela Altraeconomia

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La filiale italiana delle multinazionale Usa riconosce alle Regioni poche decine di migliaia di euro in cambio dell’acqua che utilizza per produrre bevande, oltre 2,4 miliardi di litri.
Altreconomia ha scoperto la “formula segreta” della Coca-Cola: la bevanda più famosa al mondo è fatta d’acqua, e questo ingrediente chiave costa quasi “zero” alla multinazionale. L’acqua di falda, anche di quella profonda e di ottima qualità, può essere prelevata in cambio di un canone demaniale.
Il principale stabilimento di Coca-Cola HBC Italia, 1,099 miliardi di euro di fatturato nel 2012, quello di Nogara, in provincia di Verona, può prelevare oltre 1,25 miliardi di litri d’acqua in cambio di un canone annuo di 13.406 euro alla Regione Veneto. Quello diGaglianico (Bl), in Piemonte, è di 3.647 euro per 660 milioni di litri. In Abruzzo, derivare una portata di 50 litri al secondo dalla falda profonda costa circa 15mila euro all’anno. Ecco che cosa rende davvero light la Coca-Cola.
E grazie alla compravendita del concentrato (l’ingrediente che trasforma l’acqua in Coca-Cola), parte del reddito prodotto in Italia viene trasferito alla casa madre, The Coca-Cola Company. Una società che ha uffici da Atlanta ma sede fiscale in Delawere, Stato Usa dalla fiscalità agevolata. E che ha chiuso il 2012 con un fatturato di 48 miliardi di dollari e ben 9 miliardi di utili.
Sullo sfondo della nostra inchiesta restano le vertenze sindacali negli stabilimenti di Nogara (Vr) ed Oriricola (Aq), legati al piano di ristrutturazione aziendale che prevede 355 esuberi in tutta Italia.

Nel 2018, in tutto il Paese mancheranno due milioni di alloggi popolari. La stima è di Altreconomia, sentiti gli Osservatori regionali sull’edilizia abitativa a partire dall’analisi del Politecnico di Milano sul fabbisogno di abitazioni in Lombardia. Servirebbe almeno un miliardo di euro all’anno, mentre il governo non stanzia risorse dal luglio 2009: e l’ultimo “assegno” era di 197,6 milioni di euro.
Secondo il Politecnico di Milano, inoltre, lo spazio necessario per realizzare questi interventi in Lombardia potrebbe esserci senza intaccare nuovo suolo libero: 113mila alloggi, pari ad almeno il 22% del fabbisogno regionale, potrebbe essere realizzatorinunciando all’“edilizia libera” e a centri commerciali nelle aree dismesse (2,5 milioni di metri quadrati) e negli ambiti di trasformazione urbana (scali ferroviari e caserme occupano 5,7 milioni di metri quadri). In Italia nel 2004 si costruivano 1.900 case popolari all’anno: erano 34mila nel 1984.

L’1% degli italiani, il più ricco, dispone di un reddito complessivo di 76,3 miliardi di euro, pari a quello del 35,5 per cento dei contribuenti più poveri, pari a oltre un terzo della popolazione. Sono 413.205 persone,
e dichiarano un reddito pari a quello di 14,6 milioni di persone.
Altreconomia ha ottenuto questi dati elaborando i numeri dell’Agenzia delle Entrate. La tabella sulla forbice tra ricchezza e redditori, che si allarga, accompagna una intervista a Nadia Urbinati sulle mutazione antiegualitaria in corso nel nostro Paese.

Altreconomia è l’editore che dal 1999 racconta, con la rivista mensile e i suoi libri le iniziative più coraggiose di un’economia nuova e solidale, fondata sulle relazioni, il rispetto dell’ambiente e delle persone, la forza della società civile. Altreconomia è un caso unico d’informazione indipendente, senza finanziamenti pubblici e senza padroni.
L’editore, Altra Economia, è infatti una cooperativa, formata da 551 soci, in gran parte lettori, persone e realtà vicine all’economia solidale. Una nuova chiave di lettura della realtà. La redazione è in Corso Lodi 47, a Milano Tel. 02-89.91.98.90 – fax 02-54.01.96.55 – www.altreconomia.it

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