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Premiazione “Festa della Poesia e della Letteratura” di Trieste Duino

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Si è conclusa la quindicesima edizione della “International Poetry and Theatre Competition” di Duino. Tema di questa edizione è stato “Il Sogno e la Conoscenza”, declinato in “Ho un Sogno”.
La “Festa della Poesia e della Letteratura” di Duino è uno dei pochissimi concorsi al mondo a valutare tutte le poesie in lingua originale, grazie ad una giuria che “non solo conosce la lingua ma anche la cultura, quindi è in grado di intercettare i valori che vengono veicolati attraverso le diverse lingue in cui le poesie vengono mandate” spiega la Prof. Gabriella Valera, membro dell’associazione ‘Poesia e Solidarietà’ che organizza l’evento. Le poesie di questa edizione sono arrivate da sessantadue paesi, in passato si è arrivati fino ad un massimo di novanta, e le nazionalità dei vincitori toccano tre dei cinque continenti. Da quest’anno considerato un progetto ProESOF, non è solo un generico concorso letterario, ma ha un valore strategico e significativo, poiché fonde pensiero scientifico e umanistico attraverso la fondazione di una certa modalità di conoscenza.
La premiazione inizia con la consegna delle targhe per la sezione “Poesie del Cuore”: una speciale sezione per le poesie che, nonostante non siano entrate in graduatoria, sono certamente entrate nel cuore dei giurati. Arriva poi il momento della graduatoria delle poesie selezionate per la pubblicazione: ai vincitori una registrazione video in lingua originale della poesia, oltre che pubblicazione delle opere in un volume bilingue e ovviamente una targa. La consegna delle targhe è preceduta dalla lettura da parte dell’autore della poesia in lingua originale, seguita da una versione in italiano; viene offerto il servizio di traduzione simultanea tramite l’ausilio di cuffie consegnate al pubblico ad inizio premiazione. Le targhe contengono dediche uniche e personalissime, “Da Poeta a Poeta”: qualche verso del poeta incaricato alla consegna del premio al vincitore per fare il “gioco dell’amore tra poeti”.
A questo punto la premiazione si interrompe momentaneamente per consegnare una targa davvero speciale, forse il premio più sentito dai giurati e membri dell’associazione: la targa in memoria del poeta Sergio Penco ad un giovanissimo. Arriva così il momento di premiare Beatrice Uccello, dodici anni, un’anima antica. “Quando mi hanno mandato la segnalazione di Beatrice Uccello” racconta la Prof. Valera “mi hanno detto ‘Bisogna verificare, è troppo matura per essere una ragazzina’ […] ho scritto all’insegnante, e mi ha garantito che questa ragazza scrive cose straordinarie”. La poesia di Beatrice si intitola “Leymah”, ispirata dalla pacifista liberiana Leymah Gbowee, Premio Nobel per la Pace nel 2011, figura di oppressione non riscattata e al tempo stesso figura di bellezza unica del femminile per l’autrice.

Segue una piccola appendice, vengono consegnati terzo e primo premio per la sezione teatro. Al terzo posto Michael Crisantemi che con “Il Sogno di Masaniello” vuole rendere omaggio al Sud, non tanto come luogo geografico ma come luogo del cuore. Visibilmente emozionato, ritirando il premio, si apre al pubblico e dichiara “il premio più bello che ho vinto qui è stato quello di incontrare tutti voi amici poeti, con cui mi sono confrontato; mi sono visto riflesso e non mi sono sentito solo”.
Il Primo Premio della Sezione Teatro va alla svizzera Ariana Emminghaus, e alla sua pièce “Malformazioni”, che fa sorridere ma soprattutto apre infiniti spunti di riflessione. La sua opera è ispirata da un’immagine, “leggevo un libro di Andrew Solomon” spiega la Emminghaus “che parla di quest’albero colpito da una pianta infestante”. Metafore di malattia e depressione, temi cari all’autrice, che ha voluto ricreare sul palco proprio quell’immagine. La parte prima della sua opera è quindi un dialogo tra un albero e la pianta parassita, la seconda un dialogo tra il cielo ed una nuvola temporalesca. Il monologo finale è recitato da Qualcuno – il nome del personaggio è proprio “Someone” – e aggiunge “racconta di come Winnie the Pooh sia effettivamente un bambino affetto da disabilità mentale e di quale sia la differenza tra una società libera da disabili ed una società priva di disabilità; ho cercato di dimostrare che si può liberare la società dalla disabilità invece che liberarla dai disabili, per renderla accessibile a tutti.”
Seguono altri tre premi speciali prima di concludere con il secondo e il primo premio della sezione principale, “Poesie Inedite”; a John Cephas, Nigeriano, va la Targa ALUT (Associazione Laureati Università di Trieste) per la sua opera “Soup of a Dumbass/ Zuppa di un cretino” ritirata in vece dell’autore dal presidente di ALUT, che ha sponsorizzato questa quindicesima edizione.La Targa Centro UNESCO di Trieste va allo svizzero Albrecht Andrin: oltre che poeta, scrittore e direttore d’orchestra. Il premio viene ritirato da un amico d’infanzia che sulle note della musica di Albrecht recita la poesia dell’amico, “21st Century Dreaming/ Sognare il XXI Secolo”, in lingua inglese. Nella sua poesia il sogno è spaccato nel mezzo, vi sono i sogni ad occhi aperti ed i sogni di quando si sogna, ma sono al rovescio. Il Prof. Sandro Pecchiari, membro della giuria, consegna il premio “quelli della vita di ogni giorno – i sogni – sono epitaffi, finti, morti, plasticati; l’altra faccia della medaglia è invece viva e piena di energia, ma solo nel sogno si vive sul serio, basta non svegliarsi.”
Poi il “Premio Speciale della Giuria”, che va al messicano Mayco Osiris Ruiz e alla sua opera “En Sueños Miro Pastar a los Caballos/ Nei Sogni Guardo Pascolare i Cavalli”, poesia sulla nonna mai pianta; in questa poesia il sogno è memoria e la memoria è rimpianto.
Infine Angela Lala, dalla Grecia, e Lucas Martin Ballar, argentino. La poesia di Angela Lala, “Il Mio Unico Sogno”, si piazza al secondo posto: un crescendo di emozioni, forte e commovente, parla del fratellino e dei suoi sogni. Il primo premio va quindi a Ballar, una poesia intima la sua, da non leggere ad alta voce. Intitolata “Sueño con la Palabra Justa/ Sogno con la Parola Giusta”, è composta da “residui di frammenti di parole e poesie che alla fine hanno creato una poesia unica” come la definisce lui stesso.
Ci si saluta consegnando due premi della sezione speciale “Sulle Orme di Leonardo”: la diciassettenne Arianna Elisa Orian si aggiudica il premio per la sua poesia “Io, Leonardo”. Il primo premio assoluto per le pièce teatrali in questa sezione va a Matteo Taccola – che in quest’edizione di premi ne ha vinti ben tre – ed il suo monologo “Oltre il Divino”.

Articolo di M.Beatrice Rizzo
Fotografie di Giovanni Aiello

Un ringraziamento va all’associazione “Poesia e Solidarietà” ed in particolare alla Prof. Gabriella Valera

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