Lo Zibaldone
Edith Bruck, Il pane perduto
Selezionato al Premio Strega 2021, Il pane perduto, l’ultimo libro di Edith Bruck, unisce le numerose testimonianze che l’autrice ungherese ha già reso note nei suoi libri precedenti, sulla sua drammatica esperienza di deportata nei campi di concentramento. Scritto con freddezza, senza fare sconti a nessuno, né alla sua famiglia perseguitata, né ai suoi persecutori, l’autrice ripercorre i fatti vissuti in quel periodo.
“Sembrava l’Esodo dall’Egitto senza un Mosè, senza che apparisse l’Eterno, e invece del Mar Rosso si aprirono con un rumore lacerante i vagoni per bestiame, e la mandria umana veniva spinta dentro con violenza.”
“In quel luogo s’imparava tutto sull’uomo e sul mondo.”
“Un’immagine che è penetrata per sempre nell’anima. […] qualcuno balbettava il proprio nome e l’origine, qualcuno riuscì a dire: Racconta, non ci crederanno, racconta, se sopravvivi, anche per noi.”.
Essere sopravvissuta è stata una nuova difficoltà, illudendosi al pensiero di un mondo che s’inginocchiasse di fronte alle sofferenze patite. Non è stata la Palestina a risollevare lo stato d’animo dell’autrice, ma la scrittura.
“Gli altri non ci capiscono, pensano che la nostra fame, le nostre sofferenze equivalgano alla loro. Non vogliono ascoltarci; è per questo che io parlerò alla carta.”
Quando conosce il marito a Roma, le parole dignità e libertà ritornano ad avere un suono familiare e negli anni successivi l’autrice s’impegnerà nella sua missione, quella di raccontare ai giovani che “un vento inquinato da fascismi, razzismi, nazionalismi e antisemitismi” è sempre dietro l’angolo, perché sono piante velenose impossibili da sradicare.
Il pane perduto, citato nel titolo, non è solo quello preparato dalla madre dell’autrice il giorno in cui la famiglia fu deportata: quel pane, diventato pensiero ricorrente di quelle ore, era il nutrimento quotidiano di una famiglia normale, che non avrebbe più vissuto una vita normale.
Edith Bruck
Il pane perduto
La nave di Teseo
Gennaio 2021
pp. 126
€ 16,00
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