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Diario di un criminologo
“Questo è il mio lavoro. Faccio il criminologo. Sono un funzionario del ministero di grazia e giustizia… Arrivo dopo la morte, più veloce dei becchini, più calmo della polizia, più sereno dei parenti della vittima.”
In terra di Camorra la violenza è un’abitudine, la conta delle vittime quotidiana nei regolamenti di conti tra bande rivali in cui spesso finiscono travolti anche passanti innocenti. Il protagonista prende appunti, scrive rapporti nel tentativo di ricostruire la scena del crimine, comprenderne le ragioni, individuare un movente.
Con “Diario di un criminologo”, edito da La Nave di Teseo lo scorso 22 aprile (55pp, 1,99 Euro) nella nuova collana ebook “Gli Squali”, da poco inaugurata – una serie a tinte noir con il meglio della letteratura italiana ed internazionale in ‘pillole’ – Tahar Ben Jelloun, con questo racconto inedito tratto da “Dove lo stato non c’è” del 1991, ci trascina nella periferia di Napoli, tra Torre Annunziata e le varie frazioni ai piedi del Vesuvio, in cui arriva sovente, con il suo taccuino, ‘dopo la morte’.
Ci si immerge così in una realtà di dolore e violenza, in cui i bambini ‘abbandonano la pistola ad acqua per una revolver’, quella realtà cui d’improvviso Stefania – la fidanzata del protagonista – si sottrae, atterrita dalla paura.
Le parole arrivano con la potenza d’urto di un’onda, mantenendo a distanza di vent’anni, una sconcertante attualità. Un racconto dalla prosa asciutta che con la maestria del grande autore marocchino ci accompagna in questo viaggio agli inferi scandito da ricordi, perdite, episodi di cronaca, cadaveri da schedare, ma anche un incredibile desiderio di amore e bellezza.
“Se arriverò al fondo di questo lavoro, so che lo dovrò a Stefania per la sua pazienza malgrado tutto e per il suo amore e al mio amico Giancarlo Siani, ucciso perché doveva avere un pezzetto della verità, quella verità a cui nessuno osa avvicinarsi.”

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