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Lo Zibaldone

Darkside Witches

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Nico Parente intervista per Leggere:tutti Gerard Diefenthal, regista del film horror  Darkside Witches 

– Gerard, presentati ai lettori.
Mi presento ai lettori come il regista di Darkside Witches, anche se in realtà io provengo dagli effetti visivi. Ho lavorato in America, Germania e Francia. Lavoro nel cinema come senior supervisor di effetti visivi. Sono di nazionalità francese, ma vivo a Roma da diversi anni ormai.
– Sei stato allievo di Luc Besson e di grandi nomi del cinema. Quale tra questi grandi maestri è stato il più importante per te?
E’una domanda difficile. Ciascuno di loro è stato per me importante e ciascuno di loro ha contribuito alla mia formazione. Considero tutti loro presso i quali sono stato allievo miei maestri, ciascuno per ragioni diverse.
– Inizialmente ti occupavi di post-produzione, poi di recente sei passato alla regia. Ruolo difficile e impegnativo. Come mai?
Il passaggio per me non è stato così difficile in quanto lavorare negli effetti visivi come supervisor vuol dire anche operare un po’come regista. Non sono ruoli molto distanti, quindi mi ritengo agevolato sotto questo punto di vista.
– Il tuo primo film da regista, Darkside Witches, vede protagonista Barbara Bouchet. Com’è stato lavorare con lei?
Lavorare con la Bouchet è fantastico! E’una grande attrice: perfetta, precisa, professionale. Era la sola ad essere sempre pronta. Nonostante la sua età è ancora oggi una donna dotata di una grande grinta. Pensate che abbiamo spesso girato all’alba e in luoghi molto freddi. Lei era la sola a non lamentarsi.
– Parlaci di Darkside. Se dovessi presentarlo al pubblico, cosa diresti sul tuo film.
Darkside è un film non convenzionale. Oggi tutti tendono a ripetere cose già fatte, viste. Darkside punta sull’innovazione. Il tema centrale del film è l’inganno sotto diverse forme. Con il mio film credo di aver realizzato un lavoro contenente dei messaggi profondi, chiaramente non comprensibili o captabili sin dal primo capitolo, questo anche perché stiamo lavorando a dei sequel. Anche le scene più spinte seguono una logica specifica: la seduzione può essere ingannevole e mortale. Darkside non è semplicemente un film dell’orrore. Il quesito è: ‘la fede è reale o è anch’essa un inganno?’
– Darkside, prima di essere presentato in Italia, è uscito in America. Com’è stato accolto negli USA?
In America è andato molto bene. E’stato apprezzatissimo, oltre ogni aspettativa! Sono onorato del trattamento riservato a Darkside dagli americani. Hanno apprezzato molto le sequenze spinte, le efferatezze. Comunque non solo in America è stato apprezzato, ma anche in Giappone e Svezia. I sequel ci sono stati richiesti proprio dagli americani, dai distributori quindi.
– E in Italia?
L’Italia è un Paese bigotto, si sa. Questo non lo dico da regista, ma da straniero residente in Italia. In Francia, ad esempio, siamo molto più aperti. Diciamo che in Italia le critiche non sono mancate e il pubblico si è spaccato. Non do molta importanza alle critiche comunque, quanto al livello di gradimento del pubblico.
– E’ vero che Darkside sarà una trilogia?
Sì, è una trilogia. Nel primo capitolo non era possibile inserire tutti gli elementi, quindi abbiamo pensato di strutturarlo come una trilogia. I sequel spiegheranno molte cose. Avremo anche un budget più elevato e questo ci aiuterà molto.
– Chi sono i tuoi registi di riferimento? I tuoi generi preferiti?
Per l’italia direi Matteo Garrone. Siamo molto amici, ma lo stimo tanto soprattutto perché è uno che sperimenta. Per il genere horror invece direi che Lucio Fulci è uno che mi ha sempre ispirato. Sul piano internazionale mi piacciono molti registi: Sam Raimi, Eli Roth, Wes Craven, John Carpenter, Rodriguez, Tarantino e tanti altri. Amo poi anche generi distanti dall’horror e, di conseguenza, molti altri registi.
– Darkside è stato girato in Italia. Come mai?
Risiedendo in Italia ho pensato di ambientare il mio film qui. E’poi un Paese con delle location meravigliose. Certo, al momento investire in Italia è rischioso e i problemi infatti non sono mancati. Soprattutto gli operatori non erano pronti a girare in blue screen. Nel complesso è stata una bella esperienza e son contento di aver portato un film italiano all’estero.
– Hai altri progetti?
Certamente! Al momento mi sto distaccando dall’horror e sto lavorando ad un progetto che punta più sulla critica sociale. Il film si chiama ‘Escort’ e avrà un cast internazionale. Stiamo poi ultimando il sequel di Darkside e in fine sto anche lavorando a un altro film che s’intitola ‘No Way Out’.
– Cosa pensi del mercato cinematografico italiano?
Purtroppo il cinema indipendente non è supportato e questo lo ha condannato a morte. Non viene lasciato spazio a nuovi volti o nomi. E’il solito riciclo, e quindi non si può pretendere un buon mercato. Continuano ad andar bene i cinepanettoni, a discapito delle produzioni indipendenti. In Italia c’è davvero gente molto brava e preparata, ma purtroppo a loro non viene data alcuna possibilità. Non poter contare sulle banche e sui finanziamenti statali vuol dire puntare sul privato e questo è difficile. Pur trovando un piccolo investitore non si può poi contare su una distribuzione. Portare un film in poche sale vuol dire non recuperarci neppure i soldi. All’estero, soprattutto in Spagna ad esempio, lo Stato punta molto invece sui giovani cineasti. Il cinema è arte, è cultura, e come tale andrebbe supportata e apprezzata a prescindere.
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