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Lo Zibaldone

Corrado Calabrò: “Dimmelo per sms”

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di Cesira Fenu

In Dimmelo per SMS (Edit. Vallardi) Corrado Calabrò, insigne giurista, già Presidente dell’Agcom, l’Agenzia Garante delle Comunicazioni, Poeta riconosciuto e pluripremiato all’Estero, ma ora finalmente, meritatamente, aggiungo, conosciuto anche in Italia dove la cultura dominante l’aveva snobbato, ha voluto sperimentare la forma breve come Sms in un libriccino contenente 112 +1 poesie che hanno, con effetto tam tam, riscosso molto successo tra i giovani.

Che dire? Eccezionale anche nella forma breve, fulminante.

Vi si trovano i temi cari al Poeta: in primis l’amore ma anche il mare in un rimescolio di forme e di echi, di rinvii l’uno all’altro. Ma Venere non è nata dal mare? E il mare culla gli amanti, soli con la propria passione, il proprio amore. Il mare elemento primigenio in grado di suscitare in noi emozioni forti che attingono alla parte più profonda del nostro essere ed esistere. Quella parte che racchiude i ricordi di una vita ancestrale, ai primordi dell’esistenza sia dal punto di vista dell’ontogenesi che della filogenesi della nostra specie. Quando eravamo creature acquatiche all’interno dell’amnios o nel “brodo primordiale”. E allora quel desiderio di Calabrò di concludere l’esistenza tornando al mare chiude il cerchio.

Molto interessante e centrata l’introduzione, riassume in breve ma icasticamente l’ ispirazione del Poeta.

La poesia non è in fondo un evocare, un dare il via a infinite emozioni e interpretazioni? Aderisce al vissuto di ognuno rispecchiandosi e rispecchiandolo.

L’incompiutezza di Nietzsche, sempre caro a Calabrò, credo esprima bene il “succo” della creazione artistica, “l’efficacia dell’espressione artistica”. Una sorta di forma aforistica, per rifarmi al filosofo tedesco, che lascia adito a “voli” della mente e delle emozioni. In fondo, ancora sull’incompiutezza, i grandi poemi omerici sono un esempio di compiuto solo in apparenza. L’Iliade si chiude offrendo mille possibilità di trame e di storie, da qui l’Odissea che si protrae nelle mille avventure di Ulisse che torna a casa ma vuole ripartire tanto che Dante attingerà a ciò per esprimere il “folle volo”. E Virgilio trarrà ispirazione per l’Eneide.

E ancora, la nostalgia per la fine di un amore, lo struggimento per l’assenza dell’amata sempre presente nel nostro animo.

Tra i componimenti eccone alcuni: Entra negli occhi senza farmi male / “E non dirò ch’è amore se non vuoi; no non dirò ch’è amore se hai paura”. E ancora: “Come l’acqua scorre per i fiumi/ così dentro di me la tua presenza/mi sfugge e al tempo stesso mi pervade”. E Marelungo: “L’onda avanza sullo scoglio e l’abbruna/ come ombra di nuvola che passa./Così un amore, a volte,/attraversa una vita e se ne adombra”.

Struggente l’ultima poesia, il 113° Sms: Close your eyes: “Chiudimi gli occhi, mamma!/ Io non te li ho chiusi/e per questo li tieni ancora aperti”. Che combinazione! In un romanzo inedito sul mio papà lupo di mare prematuramente scomparso e che mi ha trasmesso l’amore per la conoscenza e il mare, ho scritto “dolci occhi castano chiari aperti e per me mai chiusi sul mondo”.

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