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Capire la libertà: reportage dal Festival Filosofia di Modena Carpi Sassuolo
Le due lezioni magistrali, nella splendida cornice della cittadina di Carpi, in provincia di Modena, che hanno inaugurato, venerdì 17 settembre, la 21^ edizione del Festival Filosofia vertevano su due “giganti” del pensiero universale: Baruch Spinoza , relatrice Pina Totaro e a seguire Alexis de Tocqueville, relatrice Giulia Oskian. Dopo i saluti di rito, l’Assessore alla Cultura Davide Delle Ave ringrazia per la partecipazione la comunità dei concittadini, sempre crescente e le numerose scolaresche presenti, e spiega perchè la scelta del tema della libertà sia un concetto ampio, importante, di attualità che coinvolge tanti profili esistenziali del nostro essere, quindi da approfondire a partire dal pensiero dei Classici. Pina Totaro è primo ricercatore del CNR (Istituto per il lessico intellettuale europeo e storia delle idee), incaricata alla docenza di Storia della filosofia all’Università della Sapienza di Roma, studiosa che si occupa da anni della figura di Baruch Spinoza (1632 Amsterdam- 1677 L’Aia), in particolare del Trattato teologico-politico, (Einaudi, 2016). L’opera fu pubblicata in forma anonima nel 1670, in latino, con editore fittizio, per eludere la censura e le persecuzioni, essendo Spinoza ebreo sefardita, nato da genitori portoghesi costretti a diventare marrani, ovvero a convertirsi forzatamente al cristianesimo, fuggiti dai cattolicissimi re di Castiglia in Olanda. La prima edizione italiana è stata possibile solo nel 1875, grazie alla lungimiranza dell’editore Carlo Sarchi. L’intervento della relatrice parte dalla domanda ” come si arriva oggi alle affermazioni delle libertà civili e fondamentali”. Spinoza nel suo Trattato, definito dalla Totaro “una macchina da guerra contro pregiudizi e superstizioni”, parla di ‘libertas philosophandi’. Amsterdam è all’epoca un centro multiculturale e multilinguistico. Lo stesso Spinoza studia e scrive in latino, pur parlando francese, italiano, tedesco, portoghese. Una curiosità: possiede nella sua biblioteca privata tutte le opere di Machiavelli, in italiano, edite a Venezia da Aldo Manunzio . Per Spinoza pensare all’uomo dotato di libero arbitrio o alla libertà della volontà significa autoingannarsi. “Crediamo, ma non conosciamo e non sappiamo nulla . Le passioni che ci affliggono ci rendono schiavi al dominio altrui. Per conservare la libertà occorrono diritti uguali per tutti, occorre vivere in una ‘libera res publica’, il cui fine o scopo è la conservazione della libertà. ” L’idea di libertà pervade tutte le opere di Spinoza, libertà nell’esercizio del senso critico, di giudizio e di opinione, ovvero ‘libertas philosophandi’. Significativo il sottotitolo del Trattato teologico- politico: ‘libertà può essere concessa salvo restando pace e pietà della ‘ res publica’. La pietas consiste per il filosofo nella dimensione pratica della religione e comprende giustizia e carità. E’ un pensiero rivoluzionario quello di Spinoza che anticipa la modernità. I concetti di libertà e democrazia sono strutture statuali che non possono essere cristallizate, devono tendere sempre alla ricerca di un equilibrio. Pur rielaborando concetti molto antichi della filosofia greca, romana e medievale, Spinoza elabora un pensiero originale del tutto nuovo. Libertà intellettuale non significa solo libertà religiosa e politica, ma ad esempio libertà dalla censura e libera circolazione dei libri e delle idee e delle interpretazioni senza costrizioni di alcun tipo, libertà per filosofi e scienziati di interpretare le Sacre Scritture. Anche i contrasti sulle idee rientano nel concetto di pluralità e di libertà. Sulla giustizia si sofferma molto Spinoza, vissuto al tempo delle guerre di religione: “gli individui vanno giudicati non per i pensieri che hanno, ma per le azioni che coompiono.” L’unico comandamento che si può imporre è l’amore per la giustizia verso l’altro. In sintesi libertà politica, di espressione e di religione vanno di pari passo, garantire i diritti di libertà consente la concordia civile. La politica è garante del diritto della libertà degli individui. Al termine Pina Totaro cita e legge alcuni passi della bellissima lettera scriita nel 1674 da Spinoza all’amico Schuller .
Giulia Oskian, assistant professor di scienze politiche all’Università di Yale, borsista a Parigi, Londra e alla Columbia University, autrice di una monografia su Alexis Toqueville, ( 1805 Parigi – 1859 Cannes), edita nel 2015, spiega ai presenti come il testo fondamentale dell’autore Democrazia e libertà sia pertinente al tema centrale del festival. Critico della democrazia perché non rispetta tutte le scelte del popolo, Tocqueville studia e analizza il rapporto tra i processi democratici e il concetto di libertà. Si preoccupa che le libertà civili possano essre minacciate dalle logiche maggioritarie che compromettono i diritti delle minoranze. La tendenza di chi è al potere è di imporre un modo di pensare che diventa così dominante e quindi conformista. E’ la democrazia ” dei grandi numeri”, non quella dei competenti. Il pensiero di Tocquevilla ci può aiutare ancora oggi a capire come la libertà possa entrare nella democrazia, nelle istituzioni democratiche. Studia e confronta , con metodo aristotelico, i governi in Usa, in Francia e in Gran Bretagna per individuare delle caratteristiche comuni, dei “segni “di democrazia costituzionale, essenziali, non contingenti al luogo e al tempo. La libertà non è una caratteristica naturale degli uomini. Deve svolgersi all’interno delle istituzioni. E’ un esercizio, non è naturale, né spontaneo, richiede fatica, sforzo, non è un piacere. Sviluppa un’importante riflessione sull’utilità della partecipazione dei cittadini ai governi locali e alle giurie popolari. Occorre essere educati all’abitudine e alla competenza nelle decisioni collettive: un esercizio pratico da svolgere in istituzioni concrete. Gli uomini sono liberi perché uguali e sono uguali perché liberi. Come Spinoza, anche Tocqueville è contro ogni censura. Il suo testo è sicuramente un’opera di teoria politica – afferma Giulia Oskian – ma soprattutto di filosofia. Le istituzioni devono essere riflessive, devono sempre mettere in evidenza le contradizioni intrinseche e, sfida aperta , tendere alla costruzione di un sistema democratico duraturo nel tempo sulla base fondante del principio di libertà. Il diritto deve essre sempre trasparente e autoriflettente e sottoposto sempre a esame critico.
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