Lo Zibaldone
Alessandro Barbero, “Dante”
In occasione dei settecento anni dalla morte si susseguono i saggi su Dante. Certamente uno dei migliori e più completi è quello dello storico Alessandro Barbero edito da Laterza. L’intrigante scritto sul sommo poeta lo libera da quelle paludate e polverose interpretazioni tipiche delle lezioni scolastiche e universitarie che non sempre ce lo hanno fatto amare. Barbero parla di un uomo figlio del suo tempo “che da esso fu fagocitato, ma ebbe la capacità di mutare le incognite della sua vita nella più straordinaria poesia che mai uomo medievale potesse concepire.” L’autore mette in chiaro da subito che in realtà sappiamo ben poco della sua vita e la ricostruisce il più fedelmente possibile intrecciando le varie fonti: atti notarili, altri documenti storici del comune di Firenze, commenti postumi alla Commedia e ad altri scritti da parte , per esempio, dei figli o di altri scrittori affascinati dalle sue opere come il Boccaccio, biografi più o meno attendibili, ecc. Sappiamo che visse di rendita e che possedeva vari poderi, che veniva da una famiglia di usurai che avevano fatto fortuna prestando a persone ricche e influenti (i suoi amici, infatti, erano i Donati e i Cavalcanti con i quali scambiava sonetti anche di satira), che fu ordinato cavaliere, che ricoprì importanti cariche pubbliche a Firenze anche se non di primissimo piano. Forse un saggio a parte meriterebbe il suo amore per Beatrice che mai lo abbandonerà. Ma da quando fu esiliato le notizie sono più appannate, meno sicure. La vita da profugo sicuramente lo prostrò e lo costrinse a chiedere ospitalità a vari signori fra cui Cangrande della Scala a Verona e tutti li ripagò con i propri servigi per l’ospitalità ricevuta. Morì a Ravenna, dove si trovano le sue spoglie, pare di malaria. Dante, aldilà delle commemorazioni, è e rimarrà uno dei più grandi poeti di tutti i tempi. Un vanto per l’Italia tutta.
Alessandro Barbero
Dante
Laterza, 2020
pp.361, Euro 20,00
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