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Alessandra Carnaroli, un laboratorio poetico
Chiamati a deporre. La poesia come testimonianza è il titolo-manifesto del laboratorio di scritture, il 9 e 10 marzo all’Università di Palermo. A guidarlo sarà Alessandra Carnaroli, voce poetica tra le più limpide e potenti del panorama letterario contemporaneo, in questi mesi in libreria per Einaudi con la spiazzante silloge 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti. La poetessa lavorerà sui testi e creerà poesia con 15 studenti del Dipartimento di scienze umanistiche. Sul sito del Dipartimento le informazioni su come partecipare (il link è in calce al testo).
Il laboratorio, voluto da Marina Castiglione e Vincenzo Pinello, docenti UniPa, fa parte delle attività dell’insegnamento Lingua e testualità del Corso di Laurea in Lettere, con la collaborazione del Laboratorio Somiglianze.
Nella scheda di presentazione del laboratorio, Carnaroli scrive:
“La poesia come deposizione, come voce che dà la sua versione del mondo, si posa sulle cose.
Poesia che abbandona, appoggia borse e persone, espelle uova.
Poesia per deporre corpi
armi, corone e detriti sul fondo.
La propria testimonianza.
Essere testimoni di sé e dell’Altro”.
Il Laboratorio avrà luogo il 9 e10 marzo, dalle ore 10-13 e dalle 14:30-16:30, presso il Complesso Universitario S. Antonino, Aula Tindara Ignazzitto.
Questo è il link dell’evento.
Alessandra Carnaroli che, sui social, si è auto-definita “la poeta dell’ordinario”, si dedicherà ai ragazzi e ai loro testi per riscoprire il potenziale della parola poetica come testimonianza, apportando il necessario disordine del dire nel silenzio paradossale che ammanta una società dalle voci nascoste.
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