Eventi culturali
Al via il corso di alta formazione in gestione della libreria

Foto di Giuliano D’Antoni
di LOREDANA SIMONETTI
È stata inaugurata la 19^ edizione del corso della Scuola Librai Italiani, la scuola di Alta Formazione che forma librai qualificati, creando i presupposti per il rinnovamento e l’allargamento del mercato libraio italiano.
Al Teatro Parioli-Costanzo di Roma si è svolta l’8 aprile la presentazione della nuova edizione della Scuola, con “La libreria in sei atti. Parole che raccontano un mestiere” con l’accoglienza di Aldo Addis, vice presidente dell’ALI e sei docenti della scuola, che si sono presentati agli allievi, ciascuno con la propria peculiarità, in sei speech sul tema “libreria”.
Sul palco si sono alternati Michela Addis – Docente Economia e Gestione delle Imprese Università Roma Tre, Riccardo Campino – Fondatore e docente SLI, Paola Dubini – Docente Management Università Bocconi, Chiara Faggiolani – Docente Biblioteconomia Università di Roma La Sapienza, Federica Formiga – Docente Storia del libro e Editoria contemporanea – Università degli Studi di Verona, Tiziano Vescovi – Docente di Economia e Gestione delle Imprese Università Ca’ Foscari Venezia.
Riccardo Campino, ha parlato del mestiere di “funambolo” di un libraio, come su un cavo sospeso e che guarda in basso, perché oltre al nostro punto di vista ne esiste sicuramente un altro. Un libraio preparato sarà un equilibrista con tanti sogni da realizzare.
Chiara Faggiolani ha sottolineato la parola comunità, in questo tempo fragile e accelerato. Ogni libro è una comunità, perché la lettura non è soltanto un atto privato ma la condivisione di una storia attraverso una rete di persone, perché la connessione continua spesso ci fa sentire soli.
Tiziano Vescovi ha raccontato la storia di un libro e di un mercante medievale, uno dei grandi libri della cultura italiana, uno dei best seller precedente all’introduzione della stampa. Si può considerare un manuale commerciale, una guida di viaggio, un saggio storico-sociale, un racconto straordinario: Marco Polo e il Milione.
Michela Addis ha scelto di parlare della parola senso, come senso della missione che lavora nel settore delle librerie e che richiede di combinare due anime, quella che propone e quella che accoglie cultura attraverso i libri e senso dell’orientamento per chi entra e vive la libreria con le sue proposte.
Federica Formiga, ha parlato di Gutemberg e di come si approccerebbe tra un libro cartaceo e un reader elettronico. L’oggetto libro ha un valore culturale, etico, politico e anche commerciale, ma se ha un valore vuol dire che dietro c’è la passione di chi ha amato il suo lavoro.
“Non uno di meno” è stato il tema tracciato da Paola Dubini, che ha preso spunto da un film noto, in cui una maestra si allarma quando un bambino non viene più a scuola e s’ingegna per riportarlo a scuola, perché il suo impegno era portare tutti i bambini alla fine dell’anno scolastico, senza perderne nessuno.
Al termine del pomeriggio, Aldo Cazzullo ha raccontato la sua esperienza di giornalista e scrittore e infine è stato omaggiato con il premio dei librai italiani. Una presenza importante, quella di Aldo Cazzullo, che si è rivolto ai librai dicendo che difendere i libri è come salvare la nostra civiltà, perché il rischio che tutto sia spazzato via esiste. Tutto quello che gli uomini hanno scritto rischia di scomparire, perché oggi purtroppo “ogni cellulare possiede un umano” ed è impossibile fermare il vento con le mani. Oggi, difendere un libro, è una battaglia di resistenza e di civiltà e il compito dei librai è anche questo.

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