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Al Festivaletteratura la Atwood riflette sui cambiamenti climatici

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Tra splendide giornate di sole e altre di pioggia torrenziale, si è svolto tra il 4 e l’8 settembre il 32° Festival della Letteratura di Mantova. Un appuntamento che vede proiettati documentari su diversi autori nella sezione Pagine Bianche e che ha avuto come ospiti una lunga lista di grandi scrittori e saggisti, tra cui Ali Smith, Amin Maalouf, Donald Sassoon, Valeria Luiselli, Jonathan Safran Foer. Due i temi centrali: i cambiamenti climatici e l’enorme crisi che sta attraversando l’Europa.
La grande protagonista di quest’anno, tuttavia, è stata la scrittrice Margaret Atwood che ha incontrato un pubblico quasi in delirio giovedì 5 settembre, in Piazza Castello. L’autrice è diventata un’ icona per lettrici e lettori di tutto il mondo dopo l’enorme successo della serie televisiva tratta da Il racconto dell’ancella. Margaret Atwood, il cui nuovo e attesissimo romanzo uscirà il 10 settembre, ha dialogato con lo scrittore Alberto Manguel, all’incontro Se la realtà supera la fantasia, dibattendo sulla contemporaneità e le sue pericolose contraddizioni.
“Tutto è vero, tutto è vivo. Quando è uscito Il Racconto dell’Ancella”, spiega la Atwood, “sembrava una semplice distopia, frutto di un’invenzione. E la distopia occorre per far pensare agli uomini,  se davvero vogliamo vivere in un mondo così?” Fino alle elezioni di Donald Trump del novembre 2016, avvenute mentre si realizzava la serie tv. Il quadro inizia a cambiare, gli scenari presenti nei libri della Atwood ad avverarsi, tutto si si estremizza alla luce della crisi climatica. “Chiedetevi”, afferma la Atwood, “se vogliamo continuare a viverci, in un mondo. Scrivere e fare letteratura sono un gesto di speranza, si spera di smuovere gli animi dei lettori.”Ma anche scelte radicali e volontà politica a livello globale lo sono e, a tal proposito, la Atwood ne cita una: quella della Future Library of Norway. Il progetto protegge una foresta di 1000 alberi, individuata nei pressi di Oslo nel 2014, fino alla fine della loro crescita, che avverrà nel 2114. Dopodiché, gli alberi saranno destinati a produrre carta per stampare i manoscritti inediti degli autori che hanno aderito al progetto, prima fra tutti proprio Margaret Atwood. Perché salvare il mondo si può, ognuno facendo la loro minuscola parte.

Deborah Righettoni 

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