Lo Zibaldone
A proposito di quello che non accadde
di Alessandra Farro
Quattro storie su quattro uomini e quattro donne di amori possibili ma mancati: Paolo Vitaliano Pizzato in “A proposito di quel che non accadde”, Calibano editore, racconta l’amore potenziale, mai espresso. La vita è piena di se e di ma e l’autore gli esplora attraverso il sentimento più nobile ed enigmatico.
A ispirare lo scrittore “Le passanti” di De André, brano che dipinge storie d’amore mai nate, attimi di straordinaria intensità consumati in un gioco di sguardi, in una parola non detta, in un gesto mancato. In ogni strofa l’incontro impossibile con una donna – incrociata per caso durante un viaggio, intravista al di là dei vetri di una finestra, riconosciuta in un irripetibile istante nella sua infelicità di moglie, condannata a vivere null’altro che “ore deluse” accanto a un uomo “ormai troppo cambiato”. Da ogni strofa prende vita un racconto, una possibilità tra milioni di altre dedicata, come la canzone, “ad ogni donna pensata come amore, in un attimo di libertà”.
«Per me quella canzone, anzi quel racconto è cresciuto nel tempo e a distanza di anni ho messo appunto un’idea che avevo concepito al primo ascolto: la voglia di inventare storie che non concludessero “Le passanti”, che è meravigliosa così, per tutte le felicità intraviste e i baci che non si è osato dare. Non volevo rovinarla o tradirne lo spirito raccontando queste storie, ma volevo dilatare il tempo del racconto. Ho cercato di dedicare a ogni strofa una storia che dilatasse in prosa la definizione poetica De André», racconta l’autore.
La scrittura di Pizzato è morbida, dolce e sfuggente come le storie mancate che racconta. Alcune sono ispirate da un episodio realmente vissuto dall’autore, come la prima, in cui il protagonista incontra la donna all’ospedale, è la segretaria dell’accettazione della struttura: uno scambio fugace di sguardi, denso di significato, che sembra presupporre un seguito, ma il tempo manca e l’incontro tra i due non va oltre. Poi c’è la terza storia, che prende spunto dalla realtà infantile dello scrittore: due persone si rincontrano dopo anni su Facebook. L’autore ha tratto ispirazione da una compagna di classe della terza media, a cui non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. Così, ha immaginato cosa sarebbe successo se si fossero rincontrati da adulti.
Un’antologia legata profondamente al desiderio, alle paure, ma anche alle possibilità che la vita ci dona. Delle volte, è semplicemente il caso a decidere per noi, altre, invece, siamo noi che non riusciamo a dare spazio ai nostri sentimenti e ai nostri istinti più naturali.
Paolo Vitaliano Pizzato ha 52 anni, “A proposito di quel che non accadde” è il suo sesto romanzo, dopo “Quella solitudine immensa d’amarti solo io” (Priamo/Meligrana, 2013), “La logica del mammifero (storia di una madre)” (Prospero, 2016), Diploma d’Onore al concorso letterario Milano International, “Ripaferdine (storie di cortile)” (Giraldi, 2017), “Trenta denari (una storia d’amore)” (Prospero, 2019) e “L’occaso” (Prospero, 2020) e dopo i racconti “William Shakespeare, il texano” (Aulino, 2018, collana Coup de Foudre) e “La radio all’improvviso”, nell’antologia “On the radio” (Morellini, 2018).

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