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A CantiereMemoria 2023-24 tantissimi spettacoli per sorridere e per riflettere guardando le sfide del presente
Teatro di marionette, performance musicali, letture-spettacolo che offrono diverse chiavi di lettura sull’attualità svolgendo il tema dell’ottava edizione di questa rassegna: “Ridere e morire”. La risata può diventare una forma di resistenza per ribaltare le regole, mostrare le menzogne del potere, immaginare altri mondi. E alleggerire gli animi con un sorriso di speranza. Dal 26 dicembre, alla Casa della Memoria, ingresso gratuito
CantiereMemoria 2023-24 si presenta con una rassegna di spettacoli davvero ricca e capace di toccare tutti i registri per svolgere il tema dell’edizione di quest’anno: “Ridere e morire“. Si ride per ribellarsi all’arroganza del potere, per mostrare le contraddizioni del mondo, per sdrammatizzare, ma anche per combattere. Una risata liberatoria, capace di immaginare altri mondi.
Si comincia il 26 dicembre alle ore 18.00 con uno spettacolo poetico e surreale, “Il cuoco e la sirena”, una fiaba per grandi e piccini scritta da Salvatore Fiorini di Teatro Pane e Mate e Gloria Griffini, narrata con ombre e burattini, e accompagnata dal pianoforte dal vivo su musiche di S. Prokofieff, D. Shostakovich, C. Debussy e S. Rachmaninoff. I quadri, gli elementi, i personaggi prendono vita aprendo le porte verso mondi onirici. L’attore cambia ruoli, dimensioni, confondendo il confine tra realtà e sogno. Un viaggio nella fantasia fatto di parole, immagini e musica.
Il 27 dicembre sempre alle 18.00 una lettura-spettacolo che affronta i temi del diritto alla cittadinanza, del disagio linguistico e della difficoltà di integrazione: “Il sorriso della scimmia”, di Ananke Arts. Il padre di una famiglia di immigrati di origine indo-mauriziana deve recarsi in comune per ottenere finalmente la cittadinanza italiana. Ma presto questa occasione di festa rischia di trasformarsi in un esame sociale che mette alle corde tutti, in particolare il figlio Raoul, combattuto tra la necessità di aiutare il genitore e la frustrazione di sentirsi ancora “straniero”…
Sempre di Ananke Arts, il 28 dicembre alle ore 18.00, è la lettura intitolata “Ridere e Morire”, un divertente ed interessante dialogo tra due grandiosi romanzieri della storia della letteratura Francois Rabelais e Philip Roth che, a distanza di 5 secoli, si confrontano sul tema della morte, avendone entrambi trattato in modo ironico e dissacrante in vita (in scena infatti anche alcuni brani dei loro romanzi).
A tutta musica il 29 dicembre con “120 Kg. di Jazz” di Cesar Brie, drammaturgo argentino, uno dei fondatori della Comuna Baires. Qui protagonista di una commedia a suon di jazz che porta in scena la storia di Ciccio Mendez, decisamente sovrappeso, e del suo amore per Samantha Mariana. Quando la famiglia di Samantha organizza una festa nella propria villa, non sapendo come entrare, Ciccio chiede al contrabbassista del gruppo jazz atteso per suonare, di poter prendere il suo posto. Peccato che Mendez non sappia nemmeno tenere in mano lo strumento… seguirà gli altri membri della band imitando il suono del contrabbasso con la sua voce. Un racconto che al centro mette gli amori di Ciccio: quello per Samantha, quello per il cibo e soprattutto quello per la musica che gli permette di sopportare la propria solitudine…
L’anno nuovo comincia con lo spettacolo di burattini “L’anatra e la morte”, in scena l’1 gennaio alle 18.00. Il burattinaio milanese Paolo Sette ha realizzato un adattamento del celebre e testo dello scrittore tedesco Wolf Arlbruch “L’anatra, la morte e il tulipano”. Con dolcezza e poesia racconta un rapporto impossibile che infine si trasforma in amicizia tra un’anatra ansiosa, preoccupata, sensibile al presentimento della fine e una morte come poche volte la si è vista, in letteratura come a teatro. Con un lirismo che a tratti ricorda quello del Piccolo principe di Saint-Exupery. Consigliato ai bambini e agli adolescenti oltre che agli adulti, perché tutti si chiedono insistentemente come riempire di senso la vita.
Il 3 gennaio, alle ore 19.00 , dopo il concerto “Maracatu” con Estrela Do Boi, Caterina Rosaia e Alice Sinigaglia, proporranno una lettura molto particolare : “Ofelia, un tentativo”: un lamento semiserio, una preghiera scanzonata, il gioco disperato di non lasciarsi affondare dalla tristezza, nell’intento di capire questa figura affascinante al di là del suo mito e dei suoi stereotipi perché dietro una morte incomprensibile, terribile come un suicidio, c’è sempre un essere umano da comprendere e ascoltare.
Il 4 gennaio, alle 18.00, è il momento del “Funerale all’italiana” di Benedetta Parisi e Alice Sinigaglia – un titolo che riporta all’atmosfera di commedie indimenticabili come Divorzio all’italiana di Pietro Germi o alla coppia Loren-Mastroianni diretta da De Sica in Matrimonio all’italiana (1964), ma questo tempo antico si ribalta e il momento del funerale della nonna – che in verità non si compie mai – diventa un espediente per parlare di famiglia, tradizione, antenati e discendenze, in un continuo gioco di rimandi tra passato e futuro. Un percorso all’interno della memoria e del rito funebre, oggi incrostato di formalità, alla ricerca di un momento di verità in cui, forse, possa ancora essere possibile il senso di un rituale.
A concludere questa carrellata di spettacoli, il 7 gennaio, ore 18.00, la “Disfatta di Roncisvalle“, una produzione firmata teatro Pane e Mate, con la regia di Kalos Herrero. Lo spettacolo utilizza tecniche miste: pupazzi a stecca e a vista di grandi dimensioni, teatro d’attore, pupi di latta, il tutto accompagnato da musica dal vivo.
Nasce da una ricerca sui testi della Chanson de Roland e del Morgante di Pulci e sulle musiche e gli strumenti tradizionali dell’Aragon, come il chiflo (flauto a tre fori) e il chicoten (salterio a percussione). In scena l’incontro casuale di un teatrante ambulante e di un musicista di strada, che viaggia accompagnato da un piccolo orso: insieme ripercorrono la storia dei paladini di Francia nella battaglia di Roncisvalle, proponendo una riflessione sulla guerra e sulla natura ambivalente dell’animo umano.
(Anna Garbagna)
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