Lo Zibaldone - Recensioni
‘Chiara’: una storia intensa di violenza, amicizia e resistenza
Un’opera di inaudita potenza emotiva che va oltre la semplice narrazione, immergendo il lettore in una storia di violenza, vita e coraggio. Lontanissimo dal cliché dell’infanzia idilliaca, il romanzo si concentra sulla crescita in un contesto di ombre e misteri familiari, dove l’unico vero antidoto al trauma è un legame umano totalizzante.
Chiara è la migliore amica di Marianna. E viceversa. Il nuovo romanzo di Antonella Lattanzi – Chiara (170pp, 18 euro) in libreria con Einaudi, conduce il lettore in una Bari sospesa tra gli anni ’80 e ’90 – lontanissima dal cliché della Puglia da cartolina – in cui le due ragazze crescono insieme, frequentando le stesse scuole sin dalla quita elementare. Chiara è una figura enigmatica, riservata e sfuggente, su cui Marianna proietta una fascinazione quasi ossessiva, cercando per tutta la vita di decifrarne il mistero. Se in apparenza sono agli antipodi – Chiara legata alla tradizione, Marianna votata alla ribellione – nella sostanza sono unite da una simmetria dolorosa.
Vengono da famiglie profondamente diverse eppure si trovano accomunate da un’esperienza di vita simile: l’una e l’altra sono figlie di ‘mostri’ – i loro padri – e di famiglie segnate da violenza e assenze. Il padre di Chiara è un uomo violento, la cui furia si abbatte sulla moglie, su Chiara e sulle sue sorelle più piccole. Anche il padre di Marianna è un mostro, anche se caratterizzato da dinamiche diverse che, tuttavia, non risparmiano nessuno. Le madri in tutto ciò sono solo figure sbiadite sullo sfondo.
Lattanzi prosegue la riflessione avviata con Una storia nera (2017) indagando, con incredibile lucidità, i danni che i vuoti dei genitori e i traumi subiti infliggono ai bambini, mostrando come questo vissuto crei un’inesorabile ‘catena di dolore’ che si proietta nell’età adulta.
La scrittrice descrive l’infanzia non come un’età ‘salva’, ma come un tempo in cui i bambini sono già costretti ad affrontare sentimenti e pericoli maturi, sviluppando una consapevolezza essenziale per la sopravvivenza.
L’amicizia tra Chiara e Marianna, in questo contesto, diventa l’unica via d’uscita. Il loro è un legame simbiotico che le vede sperimentare insieme l’età adulta, la scoperta dell’erotismo, le prime delusioni e le inevitabili autodistruttività giovanili. Il romanzo è un inno a un sentimento che è al contempo amore, ossessione e necessità: è grazie a questo patto di lealtà e cura reciproca che riescono a sopravvivere all’adolescenza e a rifiutare un destino di dolore che sembrava loro assegnato. Il senso di liberazione sta proprio in questa dimostrazione: non ci si salva da soli, ma ‘insieme’.
Lo stile di Antonella Lattanzi è caratterizzato da una prosa tesa e incisiva, che non addolcisce la violenza, ma la racconta con gesti e parole precise. Il ritmo è scandito da un sapiente andirivieni temporale tra l’infanzia e l’età adulta, mantenendo il lettore agganciato alla narrazione.
‘Chiara’ è un romanzo difficile, potente, maturo: un’indagine spietata sui fallimenti della famiglia, ma soprattutto un omaggio al potere dell’amicizia come atto radicale di resistenza.