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Vivian Maier al Museo del Genio di Roma

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“Vivian Maier
Self-Portrait, New York, NY, 1954
Gelatin silver print, 2012, 40×50 cm
ŠEstate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof
Collection and Howard Greenberg Gallery, NY”

di Lorenzo Pompeo

 

Vivian Maier. The Exhibition al Museo del Genio di Roma fino al 25 febbraio 2026 Promossa dal Ministero della Difesa (Esercito Italiano e Difesa Servizi S.p.A), a cura di Anne Morin, prodotta e organizzata da Arthemisia con la partnership della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale.

di Lorenzo Pompeo

Il 30 ottobre si è inaugurata negli spazi del Museo del Genio a Roma (Lungotevere della Vittoria 31) una mostra dedicata a Vivian Maier, una fotografa da piĂš di un decennio al centro dell’attenzione dei media dopo la scoperta, avvenuta nel 2007, del suo archivio fotografico da parte di John Maloof, all’epoca agente immobiliare, il quale acquistò durante un’asta parte dell’archivio della Maier confiscato per un mancato pagamento. Da allora diverse mostre hanno portato alla ribalta in tutto il mondo questa fotografa, sconosciuta prima del 2007, a cui la BBC ha dedicato, nel 2013, il documentario Vivian Maier: Who Took Nanny’s Pictures (“Vivian Maier: Chi ha scattato le foto della Tata?” – regia di Jill Nicholls), mentre Alla ricerca di Vivian Maier, documentario realizzato nel 2013 dallo stesso Maloof in collaborazione con Siskel, ha avuto una distribuzione ufficiale italiana (cinema, DVD, streaming) curata da Giangiacomo Feltrinelli Editore. La scoperta degli scatti di questa fotografa, figlia di emigranti (padre austriaco, che però si eclissò poco dopo la sua nascita, e madre francese), che visse di lavori precari ma che non smise mai di coltivare la passione per la fotografia, è un caso che non smette di meravigliare. Studiosi e ricercatori da oltre un decennio stanno cercando di decifrare il messaggio che ci ha lasciato e giunto a noi in modo cosĂŹ fortuito. Gli scatti hanno rivelato infatti uno straordinario talento nato e cresciuto al di fuori di qualsiasi scuola, regola o filiazione. E tuttavia sono evidenti anche ai “non addetti ai lavori” le linee di ricerca, le ossessioni e le passioni che hanno animato Vivian Maier nella realizzazione del suo straordinario corpus fotografico. La mostra in corso al Museo del Genio, organizzata da Arthemisia, fino al 25 febbraio, rappresenta una nuova occasione per conoscere questa fotografa-bambinaia e ammirare alcuni dei suoi straordinari scatti, grazie all’allestimento curato da Anne Morin, che mette in evidenza le connessioni tra gli scatti e il contesto nordamericano in cui, negli anni ‘50 e ‘60, erano stati realizzati.

Le Sculture Gonfiabili di Ugo Nespolo

L’apertura di uno spazio espositivo all’interno del Museo del Genio rappresenta una novità assoluta: è la prima volta che si ospita una mostra di arte. L’allestimento è completato da un intervento di Ugo Nespolo, che ha realizzato otto grandi Sculture Gonfiabili alte fino a cinque metri, che animano il cortile del Museo come “presenze ironiche e affettuose”, omaggi visionari ad alcune icone della storia dell’arte – da Pomodoro a Koons, da Kusama a Modigliani, passando per la Venere di Milo, Rodin, Botero e Louise Bourgeois, creando un netto contrasto con le severe geometrie dell’edificio realizzato su progetto del Tenente Colonnello del Genio Gennaro de Matteis del 1937 e inaugurato in piena guerra nel 1940, uno degli esempi più integri e puri dell’architettura del ventennio, nella quale si fusero le istanze del razionalismo europeo e i canoni di un neoclassicismo semplificato, teorizzato in Italia da Marcello Piacentini. La visita alla mostra della Maier può essere un’occasione per visitare un complesso monumentale assai poco noto, ma pregevole anche dal punto di vista architettonico e delle arti applicate (sono particolarmente preziose le vetrate artistiche realizzate da Duilio Cambellotti nel Sacrario, dove sono ricordati i caduti e le medaglie attribuiti ai genieri).

Una doppia inaugurazione: quella del genio discreto di Vivian Maier e di un magnifico complesso monumentale che, grazie alla vibrante riattivazione espositiva a cura di Arthemisia, torna a vivere come un nuovo e imperdibile polo di indagine artistica e architettonica al servizio della collettivitĂ .

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