Lo Zibaldone - Recensioni

Vie della meditazione taoista

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di Francesco Roat

Nel volume Vie della meditazione taoista, recentemente pubblicato da Morcelliana, Amina Crisma propone un percorso di esplorazione delle molteplici forme che la meditazione ha assunto all’interno della tradizione taoista, dalle sue origini antiche fino alle rielaborazioni contemporanee. Con lo sguardo rigoroso della sinologa e l’attenzione di chi sa tradurre concetti complessi in un linguaggio accessibile, l’autrice offre al lettore un itinerario attraverso la storia, la filosofia e la spiritualità della Cina classica e moderna.

Il libro, di circa centocinquanta pagine, è diviso in tre grandi sezioni. La prima indaga le radici della meditazione taoista tra IV e III secolo a.C., in un contesto culturale dominato dalla tradizione confuciana, ma già animato da quella tensione verso una naturalezza all’insegna della spontaneità che caratterizzerà il pensiero di Laozi e Zhuangzi. La seconda parte segue l’evoluzione delle pratiche meditative nei secoli successivi, in particolare durante la dinastia Han e poi nell’epoca Tang, quando il dialogo con il buddhismo introduce elementi di introspezione e di disciplina interiore che arricchiscono il panorama taoista. La terza sezione apre infine una finestra sulla contemporaneità, osservando come la meditazione taoista sopravviva oggi in forme molteplici, spesso frammentarie, e come venga reinterpretata in chiave spirituale, terapeutica o persino commerciale.

Crisma non si limita a descrivere come si medita, ma apre una riflessione sul perché si medita da parte dei taoisti; infatti la pratica, nella visione taoista, è inseparabile da una concezione del mondo in cui la vita si armonizza con il flusso del Dao (altrove indicato quale Tao), principio universale e immanente. La meditazione diventa allora una forma di conoscenza e di trasformazione, tramite un ritorno alla spontaneità originaria ‒ si accennava sopra ‒ ben lontano da ogni forma di artificio e/o di controllo. Il merito principale dell’autrice – a mio avviso ‒ è quello di restituire alla meditazione taoista la sua profondità filosofica e simbolica, sottraendola alla superficialità con cui spesso viene oggi consumata in chiave new age o fitness spirituale.

Il volume si distingue per chiarezza espositiva ed equilibrio tra rigore scientifico e intento divulgativo. Le fonti classiche ‒ Dao De Jing, Zhuangzi, e testi di alchimia interiore ‒ vengono presentate con sobrietà e le connessioni storiche sono delineate con precisione senza mai appesantire la lettura. La scrittura è tersa e lineare, segno di una studiosa che padroneggia la materia ma non si compiace dell’erudizione. Al tempo stesso, il libro non pretende di essere un manuale pratico: chi cerca istruzioni dettagliate su tecniche di respirazione, visualizzazioni o percorsi corporei troverà solo accenni e indicazioni di contesto. Crisma, qui, privilegia la prospettiva storico-filosofica, più che quella esperienziale. Anche la sezione dedicata alle pratiche contemporanee ‒ pur interessante ‒ rimane più sintetica rispetto alla parte storica.

Nel complesso, Vie della meditazione taoista è un saggio limpido, colto e stimolante, ideale per chi voglia comprendere le radici profonde di una tradizione millenaria senza cadere negli stereotipi o nelle semplificazioni. È un testo che si colloca con naturalezza nel filone di studi che Crisma ha dedicato al pensiero cinese, e che conferma l’importanza di un approccio capace di coniugare filologia, filosofia e sensibilità interculturale. Si tratta quindi di un libro breve ma denso, che invita a leggere il Dao/Tao non solo come dottrina, ma quale pratica di equilibrio e lucidità interiore.

 

Amina Crisma, Vie della meditazione taoista, Morcelliana, pp. 144, euro 12,00

 

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