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In uscita “Vite ribelli. Madame Claude ed il business del piacere” di Gwendolyn Simpson Chabrier

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di Francesca Ghezzani

Si preannuncia un grande successo il libro firmato da Gwendolyn Simpson Chabrier, originaria di New York. Il titolo del suo lavoro, acquistabile dal 28/11: “Vite ribelli. Madame Claude ed il business del piacere” per i tipi di Armando Curcio Editore.

L’autrice ha trascorso molti anni tra Francia e Stati Uniti prima di trasferirsi come base a Roma. Dopo il Bachelor of Arts e il Master of Arts presso l’Universita’di New York, ha proseguito gli studi in Letteratura ad Harvard e ha ottenuto il dottorato alla Sorbona di Parigi. Ha insegnato alla New York University, all’Università di Rouen e alla Sorbona, e per diversi anni ha lavorato come agente letterario per le edizioni Lebaud di Parigi. Il nome di Madame Claude evoca un mondo di lusso, potere e segreti inconfessabili. Per decenni, è stata la maîtresse più famosa di Francia, la regista occulta di uno spettacolo scintillante i cui attori erano i potenti della Terra: capi di stato, industriali, aristocratici e star del cinema. Il suo nome era la chiave d’accesso a un impero del piacere dove ogni desiderio veniva esaudito, a patto di poterselo permettere. Tuttavia, dietro la facciata impeccabile della donna che trasformò il sesso in un’arte e in un business multimilionario, si nasconde la storia ben più complessa di Fernande Grudet, una ragazza di provincia spinta da un’ambizione feroce e da profonde insicurezze. La sua vita, al di là del mito, è una parabola di potere, inganno e solitudine, segnata da verità sorprendenti che ne ribaltano l’immagine pubblica. Uno sguardo unico sulla donna che, partita da un’umiliazione, arrivò a tenere in pugno il mondo intero, per poi perdere tutto. Il libro narra l’incredibile ascesa (e poi discesa) di Fernande Grudet, la futura Madame Claude.

Per costruire il personaggio di cui aveva bisogno per dominare il mondo, Fernande attinse a una straordinaria mitomania. Provenendo da una famiglia modesta, si inventò un’infanzia aristocratica, con studi in collegi d’élite e fratelli immaginari. In questa sistematica reinvenzione di sé, omise però, con profonda ironia, un suo vero successo: all’età di dodici anni, aveva vinto due premi scolastici, uno dei quali per i suoi «elevatissimi valori morali». Questa bugia per omissione, unita al bisogno di cancellare le sue umili origini e l’insulto subito, fu il vero motore che la trasformò da Fernande Grudet a Madame Claude. Non era una semplice maîtresse: non si limitava a reclutare ragazze. Le creava. Come un moderno Pigmalione, prendeva giovani donne di umili origini e le trasformava in cortigiane perfette, compagne ideali per l’élite mondiale. Le sue claudettes, come venivano chiamate, non erano semplici prostitute, ma opere d’arte modellate per incarnare un ideale di eleganza, cultura e raffinatezza. Il suo obiettivo finale era renderle così perfette da poter sposare i loro potenti clienti. Era la sua vendetta, un modo per infiltrare e conquistare dall’interno quel mondo che l’aveva inizialmente respinta. Nonostante la sua apparente freddezza, nella vita di Claude ci fu un legame profondo: quello con la cugina americana Alexandra. Opposte e identiche, Alexandra era una bellissima ereditiera del mondo diplomatico WASP, Fernande una ragazza francese di estrazione operaia, “bruttina”ma intelligentissima. Quando si incontrarono da adolescenti, si riconobbero subito come “anime gemelle”. Entrambe conquistarono il mondo, anche se in modo diverso. Entrambe determinatissime a sfidare i ruoli limitanti imposti alle donne dalla società: la santa o la puttana. Alexandra, espulsa da un collegio d’élite, fu spedita in India sulla “Flotta pescatrice”, una vera e propria istituzione per la “caccia al marito nel Raj”. Lì usò la sua bellezza per accalappiare subito il suo primo marito, Vijay Nehru, dando inizio a una vita di matrimoni seriali per ottenere status e ricchezza. Fernande, sprovvista di quella bellezza, trasformò il corpo delle altre donne in un impero commerciale.

Entrambe pagarono un prezzo altissimo per la loro ribellione, morendo sole e abbandonate. Tuttavia, la loro sconfitta non fu identica. Alexandra, dipendendo sempre dai suoi mariti, si ritrovò vulnerabile. Fernande, rimanendo nubile e indipendente, si rivelò «assai meno vulnerabile rispetto a mia madre», come si fa dire alla figlia di Alexandra nel libro “Vite ribelli”.  Un libro intrigante, affascinante, che va al di la’ del sesso per indagare e far attraversare al lettore  i meandri della prostituzione di cui si parla.

TITOLO: VITE RIBELLI

SOTTOTITOLO: MADAME CLAUDE E IL BUSINESS DEL PIACERE

AUTRICE: GWENDOLYN SIMPSON CHABRIER

COLLANA: ELECTI

PAGINE: 250

FORMATO: 14×21 cm

COPERTINA: FLESSIBILE CON BANDELLE

ALLESTIMENTO: BROSSURA INCOLLATA

ISBN-EAN: 978-88-6868-389-4

PREZZO: € 19,00

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