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Wilbur Smith: rifiutato inizialmente da 20 case editrici, è diventato uno degli scrittori più letti al mondo
di Stefania De Toma
“Uno scrittore che si chiama Smith non diventerà mai famoso”: storia non dissimile da quella di tante celebrità, nella quale ci vide bene chi invece riconobbe in lui un talento in cui credere e che sarebbe diventato di lì a poco uno degli scrittori più letti e venduti al mondo
Aveva suggerito: “Non scrivere mai per piacere al pubblico, ma per piacere a te.”: e lui attraverso la scrittura ha vissuto sicuramente la vita che gli piaceva e anche probabilmente la morte cui aspireremmo tutti noi: ricchissimo, amato e in piena salute. E’ morto infatti così, alla fine di una mattinata di lettura e scrittura, chiudendo gli occhi all’improvviso, forse con un ultimo sguardo alla natura lussureggiante dell’Africa in cui era immersa la sua residenza e che era il primo motore ispiratore delle sue avventure.
Ha raccontato storie straordinarie ambientate nel continente africano unendo storia, cultura, antropologia e narrativa, muovendosi poco dalla sua splendida residenza sulle colline a ridosso delle table Mountains dove “attendeva che i personaggi andassero a trovarlo alla sua scrivania” e a bussare alla sua mente fervida di immaginazione, per incastonarle nella bellezza assoluta di quella natura: “…arancione, oro e verde scintillavano sul mare. L’acqua brillava di fuochi ultraterreni, il silenzio incorniciava quella magica visione, un silenzio che dava gli uomini l’idea di essere sordi, i sensi rapiti da quello scenario meraviglioso”. Una scrittura preziosa e ricca di suggestioni, al contrario di quella critica che lo bollava come “troppo commerciale” .
Forse la vita ha deciso per lui, nell’unire a uno straordinario talento il brivido dell’avventura – provato sulla propria pelle quando a dodici anni fu costretto a abbattere un leone per difendere il bestiame della fattoria dei suoi genitori -.
e che in un cocktail perfetto tra thriller, vicende mozzafiato e passioni travolgenti lo avrebbe in poco tempo reso uno degli autori più amati tra lo scorso e questo secolo.
Un amore che i suoi milioni di lettori hanno mantenuto nonostante la pratica adottata per gli ultimi romanzi, da lui ideati e strutturati nella trama , abbozzati e poi pubblicati nella versione definitiva da un giovane gosthwriter, che però ha avuto da subito un nome e un cognome. Una sincerità premiata e rara, visto l’uso e l’abuso del talento di tanti scrittori lasciati nell’ombra da parte di autori già celebri, per mantenere alta senza troppa fatica la propria fama e le proprie vendite.
La notizia della morte sta rimbalzando sui siti di tutto il mondo poiché in tutto il mondo Wilbur Smith è stato tradotto: 25 milioni le copie vendute solo in Italia, cento quaranta in totale. Le sue più recenti attenzioni erano rivolte alle giovani generazioni , a cui ha destinato una delle ultime fatiche per sensibilizzare alla salvaguardia del pianeta: “E’ tempesta”.
Paladino di bellezza del creato attraverso vicende mozzafiato, ma anche di un senso del rispetto umano che ancora oggi è un ostacolo grande da superare : “Non importa il colore della pelle di chi ti viene a salvare: bianco o nero sei disposto ad abbracciarlo.”
Si legge nella dedica alla moglie sul suo ultimo libro: “Grazie per avermi spinto a diventare il miglior scrittore possibile”,
E Grazie a te, mr. Smith, da parte di milioni di lettori, per aver sempre dato il meglio di te nel farci sognare.
Ndr: E’ da poco in libreria, edito da Harper Collins Italia (www.harpercollins.it) , l’ultimo romanzo di Wilbur Smith, “Il nuovo regno” (pp.464, Euro 22,00)
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