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Weaving Through Time and Space: un ponte strategico tra arte fisica e digitale
Se penso al Metaverso in letteratura balza subito in mente “The Trouble with bubbles” di Philip K. Dick, in cui il confine tra realtà e illusione è labile e i mondi sono costruiti da zero, come serbatoi personali. E perché non pensare anche al “Il Milione” di Marco Polo, quest’anno ricorrono le celebrazioni del 700° anniversario della morte del grande esploratore, estensore di mondi, collante di identità e culture lontane. All’interno del Palazzo Bragadin Carabba, a Venezia, di fianco alla casa di Marco Polo, è in corso la mostra intitolata “Weaving Through Time and Space”, visitabile dal 20 aprile 2024 al 6 dicembre 2024, ideata e diretta da Victoria Lu e curata dal Prof. Angelo Maggi (IUAV) e da Sen Fu (PhD candidate della Ca’ Foscari). Ciò che non sappiamo possiamo solo immaginarlo e l’arte ha il compito di catturare le visioni, ridisegnando la misura dello spazio e del tempo, la distanza non esiste se copre i turbamenti dell’anima, la scorza sulla quale noi viviamo è la stessa e il nocciolo è il cuore che pulsa oltre, senza fissare gli steccati. Il progetto in questione è in una fase di forte sviluppo al fine di comprendere che esistono dei luoghi, non solo fisici, e che sono abitati in quanto espressione fondamentale del pensiero, rappresentazione di un’idea. La Prima Mostra Annuale d’Arte del Metaverso @Venezia, inaugurata nel 2022 dalla lungimirante Victoria Lu – la prima donna curatrice nel mondo dell’arte contemporanea cinese – in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e IUAV, ha dato il via a un potente format espositivo, dando la possibilità agli artisti di poter esplorare nuove strade creative attraverso i progressi tecnologici. Nel 2023, si è tenuta, sempre a Venezia, la mostra Infinite – Mobius Universe, seconda edizione di questo rivoluzionario progetto espositivo e ora siamo alla più recente edizione che prevede una mostra evolutiva composta di tre slot espositivi. La prima, fino a luglio, prevede le opere di quaranta artisti, diversi i protagonisti artistici di rilievo: Gao Xiaowu presenta la sua nuova scultura Straniero, opera in vetroresina, straniero in terra straniera desideroso di nuovi contatti, il suo obiettivo è girare la città, in quattro giorni di performance è stato portato in giro per la città di Venezia, in barca e a terra, attraverso il QR il visitatore può ottenere informazioni riguardo il viaggio che ha compiuto, la sua storia personale, il modello 3D da cui è stato creato. L’opera è in posizione di saluto, vuole spaccare il dogma di distanza tra i popoli, non ha preconcetti e riserve di diffidenza, rappresenta il primo passo per l’apertura. Compaiono poi le bambole costruite fisicamente di Victoria Lu, chiamate cyber girl, l’artista da svariati anni vuole andare oltre lo scalino dell’intelligenza artificiale, lei vuole ricreare se stessa superando però il mero caricamento dei dati, è solo una partenza per far vivere la sua identità multiforme in eterno, pensata e creata dopo che lei non ci sarà più, la somiglianza è visibile unicamente nel taglio dei capelli, nel caschetto, le bambole sono state create secondo il suo gusto, si riappropria così di un proprio spazio nel suo universo, è il piacere di dirsi se stessa in un altro mondo, secondo una linea guida personalissima. Victoria Lu, tra i vari curatori in Cina, è quella che più spinge per le nuove tecnologie, è quella che scommette con più passione sui giovani.
Zhao Xiaoli è un’influencer e art blogger in Cina, in quest’esposizione porta Aquiloni Brucianti, attraverso gli schermi possiamo vedere il suo risultato finale: inizialmente lavora manualmente, lei dipinge, è famosa perché nelle sue performance mostra il processo di creazione dell’opera, tira secchiate di pittura, spacca tutto, è in collisione con se stessa, parte dal disastro e arriva alla compiutezza, qui è portata nella cornice dello show room. CryptoZR immerge il pubblico con Cryptovoxels, opera esposta nel virtuale “Crimson Art Museum”, l’artista diventa curatore di se stesso, crea un metaverso che è semplicemente un universo parallelo al nostro, una comunità partecipativa in cui gli individui possono acquistare spazi, mostrare opere artistiche, creare strutture. Le opere di Honglin e Mochu rappresentano un ponte tra l’arte fisica e quella digitale, se vengono inquadrate si animano, con una propria applicazione cerchi i propri pezzi, li inquadri e si animano, utilizzano materiali grezzi come carta e metallo, una specie di puzzle disgregato, anche in questo caso si segue un’idea di performance, spesso gli artisti sono presenti al pubblico mentre creano, anche qui il concetto di non completamento totale di opera è nitido, sarà poi il digitale a dare un senso finale. Li Hao, nella serie Mappa Celeste, porta opere legate alla ricerca dell’infinito partendo dall’elemento umano come piccolissimo frammento comunicante dell’universo. Si tratta di pergamene che raccontano una storia di una costellazione, il finito che si rapporta con l’infinito, nel digitale si ha la possibilità di godere maggiormente della sua missione, trovi l’idea completa di ciò che è solo l’inizio qui, lo spazio che lo mette in relazione con il cielo. Tra gli artisti compare un gruppo asiatico-francese di nome OBVIOUS, utilizzano solo ed esclusivamente intelligenza artificiale, in particolare realizzazione di volti per recuperare, nella maniera più verosimile possibile, la dinastia Sang, le cui fonti storiche sono ancora insufficienti per tratteggiare un’identità storica attendibile, attraverso l’analisi di documenti e scritti. E ancora Don Geng, filosofo, poeta, compositore, che celebra con esattezza i 700 anni dalla morte di Marco Polo attraverso la realizzazione di porcellane in IA, mettendo in mostra il suo volto in diverse angolazioni e pose. Il progetto 3rd Metaverse Art Annual Exhibition prevede anche l’apertura di un’esposizione gemella a quella veneziana, curata da Si Liang Zhao sull’Isola di Chongming a Shanghai, è solo dunque l’inizio per una ricerca storica ed estetica che invita il sistema visivo a dialogare con quello intellettivo per dare accesso a nuove forme.
Augusto Ficele
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