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Lo Zibaldone

Viaggi di carta

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di Filippo Di Girolamo

Sì, viaggiare, cantava l’immenso Lucio Battisti. Dolcemente viag­giare. Ma in questo momento, a causa del coronavirus, siamo purtroppo impossibilitati a farlo dove e come vorremmo. Eccovi allora alcune segnalazioni di libri re­centemente usciti: sfogliando queste pagine, potremo librarci in volo verso luoghi più o meno conosciuti, con la nostra valigia immaginaria a forma di libro.

Come iniziare il nostro viaggio se non con il mezzo per eccellenza, quello che più evoca immagini letterarie e ci­nematografiche? Parliamo ovviamente del treno. La Utet ha recentemente pubblicato Storia meravigliosa dei viaggi in treno (pp. 356, euro 22,00). Per J. Andersson, scrittore e giornali­sta, cofondatore della rivista di viaggi “Vagabond”, ci trascina sulle rota­ie, partendo da quelle più polverose, quando, nel 1936, Watt e Stephenson, nel brevettare la prima locomotiva a vapore, diedero il via a una rivoluzione epocale. Il treno divenne sinonimo di progresso, di cambiamento. Oggi inve­ce al treno associamo un sentimento nostalgico. In una società liquida come la nostra, dove hanno prevalso i low cost aerei a scapito dei mitici interrail, il viaggio ha assunto connotati diversi, perdendo quella sua aura romantica, alla Orient Express. Andersson ci fa riflettere sul senso del viaggio: in quel­la che è una storia della ferrovia dal­le origini ai giorni nostri, lo scrittore svedese ci invita a guardare fuori dal finestrino, riassaporando un viaggiare lento; ne esce fuori un vero e proprio manifesto della rotaia.

Scendendo dal treno possiamo senz’altro ripartire con i viaggi di Iper­borea, la casa editrice che si rifà alla produzione letteraria nordica (con particola attenzione a quella scandi­nava). È il caso di Per antiche strade dello scrittore olandese Mathijs Deen (pp.480, euro 18,50): uno straordi­nario viaggio nella storia d’Europa. Perché le strade europee esistono da sempre, consumate da tutti coloro che le hanno percorse per emigrare, per commerciare, per combattere. Quanti viaggiatori hanno vagato per l’Europa nel corso del tempo? Sotto ogni trac­cia se ne trova una più antica, sotto ogni strada asfaltata c’è una vecchia mulattiera, su ogni sentiero le im­pronte di antichi cacciatori o banditi. Mathijs Deen segue le orme di rifugia­ti, banditi, pellegrini, ciclisti, procac­ciatori di fortuna e conquistatori, in cerca di spiegazioni sull’eterno vagare dell’uomo.

Per certo, in ogni viaggio è bello anche il ritorno. E il nostro non può che essere in Italia. A condurci per mano è la casa editrice Ediciclo, con Le vie di Francesco (pp. 201, euro 16,00). L’autore, Fabrizio Ardito, co­me un moderno viandante, ripercor­re i passi e i luoghi di san Francesco, ricostruendone la figura di uomo e di santo con l’aiuto di molti personaggi laici e religiosi, e cammina ricercan­do la bellezza, il silenzio e la riflessio­ne tra natura e monasteri. Dalla To­scana a Roma, un percorso moderno di circa 450 chilometri che tocca i luoghi fondamentali dell’avventura francescana: tra monasteri, chiese, borghi e solenni foreste, ci immerge­remo nelle foreste Umbro-Casenti­nesi, la valle del Tevere, il Subasio, la cascata delle Marmore, la Valle Santa di Rieti e la Sabina fino alle porte del­la Città Eterna. Perché tutte le strade, si sa, portano a Roma.

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