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Vetrina. Tra spietati assassini e morti misteriose
Scrittori affermati e nuovi autori che arrivano in libreria con storie nere coraggiose che – attraverso i vizi e i crimini commessi – ci fanno conoscere a fondo gli individui e le loro insane abitudini, sapientemente celate agli occhi del mondo.
di Francesca Scaringella
Il genere noir e poliziesco incornicia spesso in maniera completa l’aspetto culturale e sociale di un paese. Attraverso i vizi e i crimini commessi, si possono conoscere attentamente gli individui, le loro insane abitudini, sapientemente celate agli occhi dei più. Ed è anche grazie allo sguardo degli scrittori di questo genere che si può riuscire a comprendere il mondo, la società e il loro stesso futuro. Tra giustizia mancata e vendetta personale, tra spietati assassini e morti misteriose, i libri che vi proponiamo alternano autori affermati e nuovi nomi che si stanno affacciando al mondo editoriale con storie nere coraggiose che narrano la nostra Italia.
È tornato in libreria lo scrittore francese, autore del best seller I fiumi di porpora, Jean-Christophe Grangé. Molto atteso questo nuovo romanzo, rimette in gioco i temi all’autore cari quali mistero, segreti lontani e un passato che viene sempre a chiedere il conto. In Il respiro della cenere, tradotto da Doriana Comerlati, un serial killer si ispira al mito della Fenice che si rigenera dalle sue ceneri. E quando tale presunto assassino, che terrorizza Parigi si dà fuoco, l’ispettore Olivier Passan non si ritrova con un caso risolto, bensì con una storia che è appena all’inizio e lo coinvolge personalmente. Grangé mescola in questo thriller la Francia, la tradizione del Giappone e l’arte dei samurai, con un passato che inesorabile viene a bussare alla nostra porta, per dirci che tutto ciò che è stato vissuto fino ad ora è stata solo menzogna.
Altro ritmo pieno di suspense con il libro di JoNesbo, Il cacciatore di teste, tradotto da Maria Teresa Cattaneo. L’autore in questo romanzo apre il sipario su una fetta della nostra società avida e senza scrupoli, utilizzando la metafora della preda e del predatore. Roger Brown è appunto un cacciatore di teste capace di trovare sempre la persona giusta per il ruolo di lavoro giusto. Malgrado però il suo aspetto non sia attraente, ha una moglie bellissima e affascinante che tiene legata a sé grazie a un tenore di vita invidiabile. Ma Roger ha un lato oscuro che gli permette di arrotondare il suo stipendio: i furti d’arte. E quando la consorte gli presenta il proprietario di La caccia al cinghiale caledonio di Peter Paul Rubens, uno dei dipinti più quotati al mondo, Brown intravede un’ottima possibilità di guadagno. Questo incontro però si rivelerà tutt’altro che fortuito, forse il protagonista avrebbe fatto bene a dar retta al proprio intuito.
Un messaggio inquietante contenuto in una bottiglia. Una richiesta di aiuto scritta con il sangue. Da qui partono le indagini di Carl Mørcka capo della sezione di crimini irrisolti. Un caso racchiuso tra le onde del mare della costa danese che fa viaggiare il lettore tra la crudeltà umana delle sette religiose, che attanagliano le menti più fragili, e che non si esaurisce nel passato, ma vive nel presente. Questo il nuovo romanzo della Sezione Q, quella dei cold case, di Jussi Adler-Olsen, Il messaggio nella bottiglia, con la traduzione di Maria Valeria D’Avino. Un thriller, il terzo della serie, che non smentisce le capacità dell’autore di mescolare le atrocità di uno spietato assassino, con l’ironia che stempera le atmosfere tetre e buie della storia.
Siamo di nuovo in un paesaggio dove l’acqua è l’elemento fondamentale. Sulle acque torbide di un lago riaffiora ancora un passato che non può essere sepolto. In Acquanera di Valentina D’Urbano, dopo dieci anni di assenza, Fortunata decide di ritornare nel suo paese natale dove nel bosco sono state ritrovate delle ossa. Si intreccia in questo modo ciò che è stato vissuto durante l’adolescenza della donna, con un presente non risolto, e figure femminili della sua vita passata con l’esistenza del momento. Amicizia, legami familiari, piani temporali differenti, fughe dal dolore. Fortunata con il suo ritorno a Roccachiara affronterà quei ricordi laceranti che non sono stati superati. Per vivere l’oggi infatti è necessario risolvere tutto ciò che è rimasto in sospeso ieri.
Un romanzo duro e privo di qualsiasi indulgenza e giudizio è quello di Antonio Pagliaro, La notte del gatto nero. Accompagniamo un genitore nell’abisso di un inferno che comincia con una telefonata nella notte. Il figlio è in carcere e l’accusa si regge sul nulla. L’epilogo è tragico, ma questo è solo l’inizio per un padre disperato che vede sgretolarsi di fronte agli occhi il futuro, il senso dello Stato, la fiducia nella giustizia. Scendendo sempre più negli inferi della Palermo del 2003, scontrandosi con la mafia e con la delinquenza, l’unico rimedio per Giovanni Ribaudo, insegnante precario, sarà la vendetta. Passo passo le pagine descrivono l’ossessione di quest’uomo per il suo unico obiettivo di vita, ormai diventato una personalissima giustizia privata. La perdita della speranza e la volontà di non subire più remissivamente le angherie, rende il protagonista del romanzo un individuo estremamente determinato e spietato.
Siamo sempre nell’Italia del sud, a Napoli questa volta e per la precisione a Pozzuoli, in un noir firmato da Patrizia Rinaldi. Blanca, titolo del libro, narra l’indagine di una poliziotta specializzata in intercettazioni insieme a un commissario e un ispettore. Blanca, bellissima e competente, è però ipovedente, condannata a non vedere nulla se non un buio perenne di fronte ai suoi occhi. Omicidi, un rapimento, una scomparsa sembrano avvenimenti apparentemente non collegati tra loro in un’afosa estate napoletana. Invece il filo conduttore è unico e porta i tratti di complicati rapporti familiari.La Rinaldi racconta un giallo, delineando un nuovo personaggio femminile originale e unico, con una storia personale dolorosa, che ha saputo riscattarsi da un destino amaro con la propria forza interiore.
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