Versi di dolore e umanità

di Serena Bedini

C’è una profonda malinconia, una dolcezza inquieta, un senso di dolore tanto profondo quanto delicato nei componimenti della raccolta Krankenhaus di Luigi Carotenuto (Gattomerlino, 2020). Il ritmo è fatto di allitterazioni e consonanze, versi brevi e schietti, poche parole, nette e oneste, che fendono l’aria come frecce, esatte colpiscono l’obbiettivo, il cuore, e lì restano conficcate, penetrando violente, senza mezze misure. E poi ci sono le pause, i silenzi rintracciabili nello spazio vuoto delle pagine, attimi di riflessione più o meno lunghi che danno spessore al dolore, intensità all’emozione, che rendono gli istanti tanto vividi da essere visibili e, forse anche per questo, indimenticabili. La raccolta, scaturita dalla dura esperienza dell’incidente occorso al padre dell’autore, propone ventinove poesie, brevi eppure corpose, piccoli versi di grande rilevanza, perché in essi è contenuta la sofferenza di chi vede con i propri occhi allontanarsi una parte del presente e a poco a poco diventare passato. Così, mentre le immagini del vissuto sbiadiscono nei ricordi e ad esse si sovrappongono quelle del dolore attuale nei bianchi corridoi di un ospedale, la tenerezza di un rapporto – non privo di contrasti e per questo più vero (poesie n.14 e n.27) – permea le parole, si identifica nei colori accesi dell’amore che si oppongono all’abbacinante pallore della tristezza. Bellissimi, in modo particolare, i componimenti n.14, n.23 e n.24. La raccolta è stata recentemente tradotta in francese da Irène Duboeuf e pubblicata dalle Editions du Cygne.

Luigi Carotenuto

Krankenhaus

Gattomerlino, 2020