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Recensioni

Vedo Rumore. Studiare//Divertirsi

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di Loredana Simonetti

Il libro di Andrea Gobbo ci accompagna in una piacevole passeggiata, lungo i ricordi della vita scolastica che l’autore ha sostenuto. I primi racconti sono dedicati agli studi universitari in ingegneria chimica, a Palazzo Bò, sede dell’università di Padova. Poi l’autore torna indietro nel tempo e ricostruisce i suoi ricordi dalle prime classi elementari, con un velo di nostalgia.

Gli studi Universitari hanno rappresentato la punta dell’iceberg della sua carriera scolastica, costretta, dal grave lutto familiare della perdita del padre, all’interno di un collegio salesiano. L’umiltà con cui racconta la severa disciplina e serietà scolastica con cui ha vissuto per diciotto anni, è la dimostrazione che divertirsi e studiare “siano due attività della mente che si possono influenzare a vicenda con ottimi risultati”. Anche io sono di quest’avviso, sebbene lo abbia capito a scuole concluse, perché non è detto che esistano solo insegnanti preparati e appassionati come i professori che descrive l’autore. Un tempo esisteva disciplina e profitto, quali basi per una realizzazione futura degli studenti e la severità degli insegnanti non sempre collimava con il desiderio di divertirsi. Eppure l’autore coglie proprio questo aspetto, di riconoscere meriti non solo scolastici ai suoi insegnanti di sempre, ma anche umani, dote non sempre scontata.

Ricordo il mio primo giorno di scuola in terza elementare, arrivai ad anno iniziato, a causa di un trasloco familiare. L’accoglienza della mia nuova maestra fu un urlo feroce: “Ancora una me ne portate?”. Mi fece sentire indesiderata e gli anni delle elementari, malgrado dovessero essere i più sereni perché legati all’infanzia, costruirono in me una diffidenza precoce verso tutti gli insegnanti. Scuola significava solo studio e dovere, non ci potevo trovare proprio niente di divertente.

Bello, invece, è stato l’approccio di questo libro, in cui la sera prima di un esame bisognava fare un giro al parco giochi, in cui la cultura diventava pane quotidiano anche per scherzare con i compagni e le amicizie fondate in quegli anni sono state conservate anche con le mogli e i figli nel futuro. Una scuola che precorreva i tempi -siamo negli anni 50 – e che, essendo un collegio salesiano, non insegnava la competizione con gli altri, ma al massimo con se stessi.

Andrea Gobbo
Vedo Rumore, Studiare//Divertirsi
Moizzi 2016
pp. 145, euro 9,90

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