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“Uno squillo per Joséphine” di Emanuela Esposito Amato: gli incroci del destino

Published

2 anni ago

16 Aprile 2022

«Originale la tecnica, già sperimentata dall’autrice nel suo precedente romanzo, del doppio io narrante, che crea movimento a tutta la narrazione, suscitando a volte un’amara riflessione per la difficoltà delle figure di mettersi a nudo ed essere veramente sé stesse. Ognuna di loro filtrata spesso dietro schemi talvolta convenzionali, e proprio per questo ingombranti, perché d’impedimento al libero fluire del proprio sentire»: sono le parole di Annella Prisco, autrice della postfazione al romanzo “Uno squillo per Joséphine” di Emanuela Esposito Amato. Il doppio io narrante è, effettivamente, un ottimo espediente per mostrare i due punti di vista da cui osservare una vicenda che parla proprio della necessità di nascondersi indossando delle maschere che limitino il nostro contatto con l’esterno, come una seconda pelle che possa proteggerci e difendere i nostri fragili sentimenti. Joséphine, la protagonista femminile dell’opera, si trova in un momento di profondo disagio e quindi sente la necessità di chiudersi a riccio per non rischiare di crollare; suo marito Massimiliano si sta infatti allontanando da lei perché non riesce a rimanere incinta pur provando da tempo, aiutandosi anche con iniezioni e procedure invasive che la stanno logorando. La donna si vergogna di quello che il marito le fa vivere come un fallimento – «Comunque la si voglia rigirare, non restare incinta è considerato da tutti un insuccesso. Mi sento sola a combattere contro i vuoti del mio utero e del mio animo. Sola». La solitudine di Joséphine si accorda perfettamente con quella di Roberto, il protagonista maschile dell’opera, e secondo io narrante di questa intensa storia; egli è un gigolò con la passione per la fotografia e, come lei, è in una fase travagliata della sua esistenza in cui non sa più chi è e cosa desidera davvero per la sua vita. Le loro strade si incrociano quando Roberto riceve una strana proposta di lavoro che potrebbe aiutarlo a chiudere con il suo mestiere e ad imboccare finalmente una tanto agognata strada artistica. I due protagonisti, estranei tra di loro, intrecciano presto un rapporto, prima professionale e poi di stima reciproca, che li spinge ad abbandonare le maschere e i travestimenti: mentre Joséphine dovrà affrontare i suoi problemi coniugali mostrandosi nella sua autenticità, Roberto dovrà accogliere l’idea di distruggere quella corazza che lo aveva illusoriamente protetto dal freddo mondo esterno, ma che in realtà lo aveva trasformato in un uomo distaccato, incapace di provare qualunque sentimento d’amore o d’affetto.