Junior
Una zia speciale
di Loredana Simonetti
Zia Dorothy, oppure “ziadorothy”, come la chiamano Caterina e Pietro, è una vivace signora, allegra e ricca d’iniziative, un’amica di famiglia che considera i ragazzi suoi nipotini acquisiti. Premurosa verso di loro, crea occasioni di cultura sollecitando la curiosità di Caterina e Pietro, durante un viaggio a Londra, dove Dorothy vive.
E’ una scoperta continua, quella zia geograficamente distante. Caterina scrive di lei sul suo inseparabile amico diario: “Adesso che sono tornata in Italia, non sai quanto mi manchi e faccio fatica a riprendere la vita di sempre.” E Pietro, durante quel viaggio a Londra, diventa depositario di una importante missione da compiere: “Quando i miei giorni saranno finiti – gli disse la zia sotto l’imponente Tower Bridge – è qui che mi piacerebbe venire a riposare.” Pietro capisce il significato di quelle parole quando vengono recapitate a casa le ceneri della zia, da poco deceduta, in un involucro rosa di carta regalo. Inizia, così, l’insolita avventura della famiglia di Caterina e Pietro, con la presenza costante della zia riposta in una graziosa scatolina grigia, un’avventura che fa riscoprire a ciascun membro della famigliola un nuovo modo emozionante di vivere.
La morte della zia, elemento guida del libro, viene affrontata con estrema naturalezza dall’autore, Luigi Ballerini, e crea una piacevole circostanza in cui la famiglia tutta è unita nella riscoperta di Zia Dorothy.
Parlare di morte ai bambini non è facile, soprattutto nei giorni d’oggi in cui le immagini televisive associano la morte principalmente ad attacchi terroristici. Il messaggio trasmesso dal libro, perfetto per una lettura di dodicenni, invita ad accettare la morte come una fase naturale della vita ed è proprio zia Dorothy ad indicarla, con la grazia di una signora inglese, al piccolo Pietro.
“Chissà, forse un giorno tornerò con te e potrò parlarti solo nel tuo cuore. Ma sarà bello comunque, perché io ti sarò lo stesso vicino, anche quando sembrerà che l’acqua mi stia portando lontano…”.
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