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Una guida calligrafica rinascimentale illuminante

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Pur se distanti più di 300 chilometri e separati da un arco temporale pari a quasi trent’anni, due uomini del Rinascimento furono capaci di creare quello che forse è il manoscritto più straordinario, inusuale e più fantasiosamente miniato del mondo occidentale. Pieno di parole annodate e svolazzanti, lettere che girano, colano e poi s’arricciano attraverso la pagina, frutta così matura da far venire l’acquolina e insetti così realistici da parer veri; il “Mira Calligrafae Monumenta” è una raccolta di immaginazione e abilità che lascia senza parole, le cui pagine si trovano attualmente al museo J. Paul Getty di Los Angeles.
Georg Bocskay, ai tempi segretario del Sacro Romano Imperatore Ferdinando I d’Asburgo, compose il manoscritto tra il 1561 e il 1562. Commissionato come guida calligrafica, il risultato fu più un compendio dell’impareggiabile arte di Bocskay nello scrivere. Il manoscritto è in sé il pomposo sfoggio delle abilità di Bocskay e del tipo di artisti di cui l’imperatore fu capace di circondarsi.
La maggior parte del testo del “Mira Calligrafae Monumenta” è composto da scritti biblici, riportati nella vertiginosa e morbida calligrafia di Bocskay; usava gli stessi strumenti dei suoi colleghi, piume e inchiostro liquido, ma aveva dalla sua il vantaggio dell’esperienza. Nato all’interno di una famiglia della nobiltà croata imparò a scrivere e a leggere quando era molto piccolo. Le sue abilità nell’arte della scrittura crebbero in maniera così esponenziale da permettergli di mantenere se stesso e la famiglia. Persino quando i manoscritti miniati vennero superati dai libri stampati, la nobiltà mantenne un vorace appetito per questa forma d’arte.
Comunemente testo e miniature di un manoscritto venivano creati da diversi artisti in diversi momenti, per quanto riguarda il “Mira Calligrafae Monumenta” i fiori, i frutti e gli animali provenienti dalle Americhe furono creati quindici anni dopo la morte di Bocskay. L’artista responsabile delle miniature, Joris Hoefnagel, fu chiamato a lavorare al manoscritto nel 1590 dall’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo, nipote di Ferdinando I.

di M. Beatrice Rizzo

 

 

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