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Una economia lirica basata sull’estratto racconto

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L’ avvenuta pubblicazione di Storie di ordinata scrittura di Graziella Tonfoni, offre all’autrice l’opportunità di introdurre nuove forme di esposizione. Si tratta di un portafoglio, a diversificati faldoni, per la raccolta dei contenuti atipici, in molteplici contenitori a norma. I paragrafi di questo breve articolo si presentano come sintesi consistenti, veri e propri depositi didascalici online, disposti in forma di versi aggiuntivi, ben ordinati e riposti, in presenza di aggettivi ad alta poeticità potenziale, come si rivela e rileva da una analisi filologica accurata e puntuale della situazione editoriale attuale. L’ astrazione estrema raggiunta, risultato positivo di un percorso ideativo in costante crescita, non preclude, non occlude, neppure offusca l’ assoluta esclusività dell’ autrice unica; è sempre lei, scienziata, filologa, narratrice poetica, declamatrice didattica, che riassume se stessa “capitalizzando” delle note spese, delle diffuse postille risparmiate, reinvestendo perfino le obiezioni, accreditate sul suo racconto. Produce in tempo reale metafore allusive, complessivamente semplificate, detratte in tabulati, rese analogiche prefazioni, ricapitola con immaginifiche parafrasi, le sue già enigmatiche allegorie. Affinché non diventino malintese stringhe, allusioni in rima sciolta, avulse da ogni contesto letterario, trasformandosi automaticamente in arringa di algoritmi frenetici, che si riversano in parole fraintese, mai riscosse. Ne deriva un articolo unico, sostitutivo di tante precedenti esternazioni, che assomma molteplici versioni in rapida e ripida successione. Imprenditrice singolare e amministratrice delegata unica delle sue prose liquide, assegna lei stessa all’ondeggiante andamento poetico, valenze precise di senso e quotazioni specifiche di significato. Lo spread fra il valore storico del suo passato remoto e la valutazione stilistica di un ben distinto presente, in costante movimentazione dei titoli, lo considera fenomeno statisticamente sano, in base alle varianti retoriche, lo conteggia con stile e con curatela di imprescindibile precisazione. Lo definisce come un fondo esemplare, modello unico da non tassare. Mette in bilancio il rispettivo effetto collaterale, inteso come riscontro rassicurante, in una mutata epoca caratterizzata dal transito perenne di pronomi e avverbi a senso unificato, che riproduce una quotidianità di notizia grottesca, riconvertendola in cronaca costantemente surreale. L’ estratto racconto è una forma espressiva, proposta dall’ autrice fantasiosa, che osserva con cura l’attuale fase, particolarmente delicata, che attraversa la letteratura italiana del secondo decennio del terzo millennio, riconducendo l’affanno evidenziatosi nella analisi contrastiva nozionale proprio alle sofferenze evidenti nella comparatistica europea. Per ovviare a tanta discrepanza interpretativa, inserisce tale nuovo prodotto del suo pensiero, in un listino, che propone un moderato investimento di tempo di lettura, nel quadro attuale di una economia editoriale italiana, congestionata dalle innumerevoli offerte, stretta nella morsa, allentata da una aleatorietà di scelta, che diventa arbitrio di giudizio, lasciando ampio spazio al dubbio sulle selezioni in corso d’opera. Perché siano effettivamente le più opportune da consigliare, perché diventino antologie adatte ai singoli lettori. La riproposta ciclica, di due soli titoli attuali, ma non proprio recentissimi, costituisce una occasione rara per convogliare una seppur momentanea attenzione su temi economici importanti, riscattando dall’oblio che le avvolge, intere filature, filiere di concetti, un tempo prematuri, che risultano tuttora validi. Affinché ne sia rivalutata all’oggi l’ efficacia esplicativa nelle rispettive ricadute didattiche, con effetti critici collaterali. Ecco quindi che, seppur facendo parte di una più allargata piattaforma editoriale online, il saggio narrativo singolarmente considerato, ne viene anche, in un certo qual modo, distinto e distaccato. Diventa impaginato stretto, mai angusto, di un libretto di rassegna con autorevole sottolineatura a parte. La saggista rilancia l’ antica e solida prassi della personale consegna dei cosiddetti estratti a norma, fascicoletti minuti, da distribuire come dono impegnativo, ad un numero limitato di ben selezionati studiosi, esperti rappresentanti di variegato sapere, che assicurino il loro spazio di cultura solida, per garantire una stabile recensione. Le copie sono riprodotte direttamente dall’online, per cerchia ristretta, assemblate a mano dell’autrice stessa, che non le sparpaglia in giro, ma che parsimoniosamente e generosamente allo stesso tempo, ne realizza una serie a tiratura limitata. Avanza “all’antica”, ovvero come si usava fare nel secolo passato, con le edizioni di articoli e di saggi in volumi, con indici, appendici da distribuire isolate, in copie speciali, fresche di editoria, per studiosi che sapessero apprezzarne l’estimo di ridondanza, valorizzandone la numerazione a parte, procedendo ad una eventuale citazione bibliografica, senza refusi, sempre nel pieno rispetto della lessicale attenzione. Sono oggi pagine fascicolate ad arte, con dedica personalizzata, data esatta, firma reale, consegnate dalla scrittrice, personalmente, una per una a chi lei stessa abbia ritenuto persona idonea ad apprezzarle. Si crea così un parallelo percorso di utenza, correttamente privilegiata. Alternativa serena, che si confronta dialetticamente, con la navigazione gratuita, con il volta pagina a stampa illimitata, che risale rispettosamente la china senza trascurare il virtuale editoriale, completamente a norma. Grazie al nuovo estratto racconto, sarà possibile presentare in pubblico perfino un foglio, da solo, se considerato sia, a tutti gli effetti, come progetto logico, filologicamente corretto. Saggio breve, senza rischio di perdita, in grado di fare comprendere una intera filiera di pagine, precedentemente pubblicate, che seppur stilisticamente pregiate, per virale mancanza di tempo dei lettori, pervicace morbo esistenziale, sosterebbero intonse sulla scrivania reale o virtuale, in attesa di una inderogabile obsolescenza.

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