Lo Zibaldone - Recensioni
Tutto perfetto tranne la madre
di Elena D’Alessandri
“Fu proprio nell’istante dei fari e dell’imponenza cromata del tir che accadde quella cosa: la vita che scorre davanti agli occhi in un lampo”. Uno scontro frontale con un tir evitato per un soffio si trasforma per Pietro in qualcosa che cambierà profondamente la sua vita, riaprendo vecchie ferite, dando una luce diversa agli accadimenti del passato, secondo una ricostruzione del tutto originale rispetto a quella in cui aveva creduto sino a quel momento. Un’istantanea poco prima dell’impatto, che si credeva inevitabile, sembra riannodare un passato secondo uno svolgimento altro. Con una scrittura fluida, intrigante e ironica, Fabio Bartolomei trascina il lettore tra le pagine del terzo volume della sua quadrilogia della famiglia “Tutto perfetto tranne la madre” (128pp, 12 Euro) pubblicato, come i precedenti, da Edizioni E/O, in libreria dallo scorso 23 settembre. Si tratta di un romanzo diverso dagli altri, in cui una lettura inizialmente leggera prosegue in un crescendo sempre più inquietante e cupo, in cui emerge l’ombra di un passato familiare fatto di non detto e di segreti rimossi. Pietro è un trentaseienne irrequieto, troppo incline all’alcol, tormentato da frammenti della sua infanzia che non gli consentono di dormire più di tre ore a notte. Pietro è cresciuto con suo padre Aurelio, eminente chirurgo, che è stato per lui un genitore perfetto, quasi un eroe, per sopperire alla prematura scomparsa di sua madre. Seguendo due linee narrative, la prima che riporta al passato dell’incidente mancato e ai giorni subito successivi, la seconda ambientata nel presente in cui Pietro, pochi mesi dopo, si è trasferito a casa del padre, prossimo alla dipartita, Bartolomei indaga il rapporto esclusivo padre-figlio, un rapporto in cui negli ultimi giorni di vita di Aurelio si inserisce, in modo vieppiù incalzante, la madre di Pietro, quella figura sempre tenuta ‘fuori’, quasi rinnegata, mostrando la propria centralità in quella dinamica familiare ancora irrisolta.
I ricordi di Pietro sono come i cocci del vaso in copertina: un vaso rincollato cui tuttavia manca un tassello. Quel tassello che, grazie alla grande abilità narrativa di Bartolomei, fa di questo nuovo, intrigante romanzo, quasi un giallo, oltre che un piccolo gioiello.

You must be logged in to post a comment Login