Lo Zibaldone
Tutti i dolori degli uomini in “Umiliati” di Vetrugno
Di Manlio Pirrotta
Una squadra di calcio denominata Umiliati, da cui il titolo del bel romanzo di Roberto Vetrugno (appena pubblicato da Vallecchi Firenze), diventa il terrario di coltura naturale di tutti i malumori di un gruppo di neomaschi – quelli che si leccano le ferite, che sanno parlarne, che riescono addirittura a piangerne – infiacchiti dalle angherie subite dalle loro donne. Il calcio come forma di aggregazione tra anime ferite. Chi lo dice che gli uomini non sono capaci di parlare di loro? Lo scrittore pugliese, docente di linguistica all’università per stranieri di Perugia sembra essere convinto che siano capaci, eccome; e a tal proposito ha scritto un romanzo urticante, tra sesso e mortificazioni, ma anche intimamente ironico, che potrà piacere alle donne e agli uomini (quella percentuale che è abituata a leggere storie) dotati di intelligenza. Nella nota finale, dedica il suo lavoro letterario alla sua post moglie, preferisce chiamarla così, <<in nome di un amore che abbiamo voluto lasciare intatto nel ricordo, senza deturparlo>>. Da qui comprendiamo lo spunto fortemente autobiografico del romanzo. Ed è molto probabilmente questo il segreto, quello che salverebbe molte e molti, dallo strazio infinito e senza appello né giustificazioni della mattanza di donne continuamente riportata dalle cronache. Piantarla lì, ammettere che certi legami tossici è meglio troncarli appena possibile.
Come stanno oggi le cose tra uomini e donna dal suo punto di vista?
Finalmente i rapporti di forza tra uomini e donne, o se preferite uomine e donni, stanno mutando, i primi finalmente arretrano, le seconde lottano ogni giorno per ottenere i loro diritti, calpestati per secoli: ora le donne possono prendersi tutto e io lo spero.
Alberto legge un trattato contro i rischi dell’amore mortali dell’amore, perché tanto cinismo?
Il romanzo, se vogliamo muovergli un’accusa, è aromantico e masochista – non nel senso del “frustami”, ma di “leggere Masoch”-, esplora gli effetti tragicomici della potenza devastante dell’amore: quanto male fa l’amore? Non è forse il momento di arginare il romanticismo soprattutto quando trasforma le persone in mostri sadici o le mette in condizione di umiliarsi? Maschilismo e femminismo sono parole vecchie, non funzionano più se non nei dibattiti televisivi, dove le parole sudano e puzzano.
Il finale è per certi versi inquietante, dobbiamo aspettarci un sequel?
Sì, Alberto deciderà di incontrare una serie di donne che lui definisce “amazzoni”, vuole incontrare Wonder Woman di cui ho di recente trafugato una biografia a mia figlia, perché lei non vive per procreare, non ragiona più in termini binari maschio merda donna santa, lei vuole eliminare dalla sua visuale le differenze anatomiche, lei non è schiava d’amore, dei figli, dei genitori. Ma Alberto farà degli incontri pericolosi, perché vuole giocare col fuoco e non sa farlo, è cialtrone, pasticcione, meschino.
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