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Messina, il Terremoto, le “ombre della storia” e “l’inverno delle creature marginali”
di Sergio Di Giacomo
Per comprendere la forza di Trema la notte, ultimo romanzo di Nadia Terranova, basta a volte il pathos dell’incipit: “Innocente e disperata, un’altra luna è sorta sullo Stretto. Sale sui cumulonembi adagiati sopra le due coste, punta la falce tra gli orli di terra che sembrano sfiorarsi e lì passerà la morte a parlare con le maree, fino a quando la prima stella del mattino non la scalzerà via…” Ecco Messina, alla vigilia di quel 28 dicembre 1908 che ha segnato uno dei terremoti più disastrosi della storia, catapultato sulle rive dello Stretto mitico, un evento che portò un coro di solidarietà da tutto il mondo come non capitò mai più.
Barbara, con le sue pene interiori e familiari, ci guarda e guarda quel mondo che si sfalda e cerca se stessa. Lei è un’Aida di ieri e di sempre, con la voglia di esistere, “di essere vista” dal mondo, Aida come l’ultima opera che echeggiò al teatro V.Emanuele proprio quella notte prima dell’alba fatale…
E la scrittrice-donna e appena madre Nadia su quelle rive ci regala questo affresco che pagina su pagina si colora di steli magici e vibranti, ricostruisce quell’architettura preterremoto della metropoli sul mare crocevia del Mediterraneo, con le sue abitudini, la sua grandezza, il suo fascino, usi e costumi, con lo sguardo di una ricercatrice di mondi e di anime… C’è Salvemini docente all’Università, ci sono personaggi che navigano in quelle ore drammatiche, c’è la scrittrice riscoperta Letteria Montorio, che prende il nome da quella Madonna della Lettera patrona della città, la Madonna “scrittrice”, come ci dice Nadia, che ancora oggi si affaccia con la sua stele sul porto falcato.Ci sono echi di vite che attraversano quel tempo e quelle acque, c’è una topografia urbana e dell’anima in cui specchiarsi e velarsi.
Un viaggio tra le “ombre della storia” vissuto su più strati, da vivere su più livelli, da leggere e rileggere…cogliendo fior da fiore la parte umana e quella urbana, tra miraggi, inquietudini, onde, voci, compassione perduta, misericordia, dubbi, la solidarietà contro “l’arroganza degli uomini”.
Giochi di specchi, arcani dei tarocchi, tracce antropologiche, la piccola storia che penetra la grande Storia. Su tutto una scrittura limpida, levigata, ficcante, salata come quel mare dello Stretto che tutto bagna…In quella notte “tiepida e grandiosa”, lei vuole farsi sirena, vuole diventare creatura di mare e terra come Colapesce, galleggiare sotto la luna e la via lattea, salvarsi da quella fine del mondo, con la maternità addosso pronta a fiorire “tra vuoti e squilibri”. Come una sirena, si immerge “senza distinguere tra l’acqua delle lacrime e quella dello Stretto”…, da brividi…
Una “liturgia” di sensazioni in quella città “quinta teatrale” con “visi di palazzi” feriti. Una “cicatrice aperta”. In Cattedrale, in ginocchio, rivolge la sua “liturgia” davanti alla Madonna. Echi mariani, di questa città dolente e sempre sorridente davanti alla sua Madonnina che ogni giorno accoglie i visitatori e i cittadini, lì vicino dove Nadia ha vissuto e vive i suoi bagliori interiori tra Roma e Messina.
Non aggiungiamo altro, su questo romanzo dal pathos classico e così moderno: solo che chi scrive è messinese doc, ha letto infinti testi sul terremoto e ha scritto molteplici saggi e articoli sul tema 1908.
Ma questo testo di Nadia la “strettese” riesce come pochi a dipingere la grande e la piccola storia livida della nostra città del Peloro con una scrittura che rabbrividisce di umanità palpitante. Una topografia emozionale della città di ieri che si catapulta in quella di oggi. Un viaggio universale dentro il genius loci di un’Area unica al mondo, frutto di ricerche documentarie dettagliate, di storia orale, di tracce antropologiche rare, di cura dei particolari, di odori e sapori, di materia viva, di sguardi che trapelano. E chi ama da sempre queste rive e questa storia, che da oggi saranno davvero universali, sorride…
Nadia Terranova
Trema la notte
Einaudi, 2022
pp.176, Euro 16,50
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