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Cinema

Trash, la recensione del film

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Recensione di Fabio D.G. Fiorelli, dottore in psicologia e sociologia perfezionato in psicologia e giurisdizione minorile, del film vincitore la sezione “Gala” e del premio speciale della sezione “Alice nella città” del Festival Internazionale del Film di Roma, 9a edizione 16-25 ottobre 2014.

Trash è un film “scritto” da Richard Curtis e tratto dal romanzo omonimo di Andy Mulligan.

Il film è ambientato a Rio de Janeiro e narra la storia di tre bambini che vivono nelle favelas “lavorando” recuperando tra i rifiuti. E giorno Rafael trova un portafoglio con molti soldi, altri oggetti dall’apparenza misteriosi tra cui una chiave di sicurezza. Il portafoglio in realtà custodisce un segreto di connivenze e mazzette tra il potente sindaco di Rio e molte importanti organizzazioni pubbliche e private tra cui la Polizia. E il proprietario del portafoglio, Josè Angelo, braccio destro del sindaco Santos, che ha raccolto e nascosto il “libro paga” dei corrotti dal Sindaco e i soldi per poterlo denunciare, viene percosso a morte dalla polizia – il cui responsabile è Frederico, uomo senza scrupoli, – proprio subito dopo che è riuscito a liberarsi del portafoglio buttandolo su un camion di raccolta rifiuti destinato alla discarica dove “lavora” Rafael.
Il quale ritrovato questo prezioso oggetto ne condivide il contenuto e le disavventure che ne deriveranno con due suoi amici, Gardo e Rato, che lo aiuteranno nel difendere il portafoglio e i suoi segreti dalle ricerche serrate e “aggressive” della polizia, il cui responsabile Frederico, istruito direttamente dal sindaco Santos, non si ferma davanti a niente pur di cercare di rintracciare il portafoglio. E così Rafael rischierà di morire dopo essere stato brutalmente torturato in una “montagna russa” automobilistica. Si salva solo perché il poliziotto incaricato da Frederico di “finirlo” spara a vuoto per non portare a termine un omicidio di un bambino per conto del suo capo che “si sporcasse le mani lui”.

Ma le disavventure e i rischi per i tre bambini e per coloro che di loro si prendono cura nelle favelas, il sacerdote Padre Juillard e Olivia, – un’istruttrice americana sua assistente che viene arrestata dal responsabile della polizia per aver aiutato i bambini – continuano fino a minacciare tutta la favela che sarà sottoposta a continue gigantesche “caccia ai bambini” e vedrà messa a fuoco l’intera discarica. Gardo intanto, incontra in carcere, grazie a Olivia, lo zio di Josè Angelo per riferirgli della lettera che gli ha lasciato, e così saprà del codice tra zio e nipote, mediato dai salmi della Bibbia, che ha permesso loro di tenersi in contatto al riparo dal controllo della polizia. I bambini riescono a decifrare il codice – anche se con difficoltà e pressati dalla Polizia –  e individuano il luogo, la tomba “finta” di Pia Angelo, figlia di Josè, dove questi ha nascosto il tesoro in soldi e il “libro paga” del corrotto Santos. Il corrotto e crudele Frederico individua i bambini che sono costretti a capitolare e consegnargli il tutto, ma l’inattesa presenza di Pia permette ai bambini di difendersi e poi salvarsi. E i segreti scoperti permetteranno ai bambini stessi e a Padre Julliard e Olivia di condividere con la propria gente e, tramite internet, con il mondo intero, il sogno di una rivoluzione liberatoria.

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Il film, stringente dal punto di vista del ritmo e a volte molto duro per le scene presentate sarebbe in teoria adatto al solo pubblico adulto, se non fosse che l’innocenza e l’incoscienza dei bambini che combattono con una distorta organizzazione sociale potente e senza scrupoli, nonché il fantasioso epilogo del film, donano a tutta la storia una dimensione quali favolistica che ne stempera la durezza e la crudezza. Sicuramente è un film che fa riflettere sulle storture di uno sviluppo economico che aumenta sempre più la forbice fra chi ha tanto e chi sopravvive a stento, nella realtà dell’America Latina e del Brasile in particolare che ha visto realmente nell’occasione della preparazione della Coppa del Mondo di Calcio e delle prossime Olimpiadi l’esplodere del conflitto sociale precedentemente controllato a stento dalle cosiddette Autorità. La speranza è che il sacrificio dei singoli o dei molti, così come quello di Josè Angelo non sia mai necessario e comunque non sia mai vano.

(Fabio D.G. Fiorelli)

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