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Chi legge e chi non legge
Non si è mai spento e neppure assopito il dibattito su coloro che leggono e su quelli che non leggono. Chi sono? Uomini o donne? Professionisti, impiegati o studenti? Giovani o vecchi? E poi dove risiedono, nelle città o nei paesi? Al Nord al Sud? Cosa comprano e cosa leggono, romanzi o saggi? E qual è l’ultimo libro letto? L’autore è italiano o straniero? L’hanno comprato in una libreria di catena, in una indipendente, su una bancarella, in edicola, al supermercato, in autogrill o in rete?
Periodicamente le risposte ce le fornisce l’Istat. Si ricorre anche a test e indagini di mercato più o meno approfondite di più o meno qualificate aziende di ricerca. I committenti sono le associazioni degli editori, dei librai e anche il Centro per il libro e la lettura. Elaborati e diffusi i dati ci danno la conferma di una situazione nota anche al più disattento di noi: meno della metà degli italiani legge e più della metà non legge. Benissimo, allora appresa questa “inattesa” notizia “lorsignori” quali iniziative intendono intraprendere per annullare il gap di lettura? E sì perché qualcosa occorre fare oltre che “festeggiare”, il prossimo 1° settembre, l’anniversario dell’entrata in vigore della legge Levi. Intanto, Giuliano Vigini ci ricorda (Corriere della sera – La lettura, 22 aprile 2002) che “l’effetto combinato della situazione recessiva e del veto delle campagne promozionali a dicembre ha prodotto un consistente calo nell’ultimo mese dell’anno (-20,3%) nel canale della grande distribuzione”. E non solo, hanno sofferto grandi e piccoli: sia editori che librai. Ma a “lorsignori”, lo sappiamo, è già venuta l’idea del secolo: uno spot in televisione, che loro definiscono “campagna strategica” per la lettura. Scusate, siamo proprio disattenti, ci era infatti sfuggito che, dopo gli spot di questo o quell’altro governo (“leggi, segna un punto in tuo favore”, “leggere un’avventura del pensiero”, “leggere è il cibo della mente, passaparola” e “vai oltre, più leggi più sai leggere la realtà”), si sono eclissati 723mila lettori forti. Una disfatta culturale. Adesso volete finalmente abbattere i “muri”. Come? A parole, cioè con gli slogan? Forse è preferibile che riflettiate, che studiate un po’, che approfondiate i problemi, che analizziate la situazione dei Paesi (incominciando dalla Francia e dalla Germania) dove il libro è tutelato e il numero dei lettori è maggiore.
Ma vediamoli, questi dati. L’indagine è stata svolta dalla Nielsen Company, per conto del Centro per il libro e la lettura, allo scopo di capire che cosa è accaduto nel 2011 al settore del libro in Italia. Emerge che il 44% della popolazione adulta ha acquistato un libro, mentre il 49% lo ha letto. La predominanza femminile è significativa: il 48% degli acquirenti è donna mentre il 42% uomo. La differenza si accentua sulla lettura: il 53% delle donne legge libri, contro il 43% degli uomini. L’elemento discriminante è costituito dalla fascia di reddito: più gli individui sono benestanti maggiore è la predisposizione all’acquisto e alla lettura. Influisce anche l’istruzione: gli acquirenti e i lettori si attestano sopra la media se sono diplomati o laureati. Maggiormente interessati alla lettura appaiono i giovani: infatti il 70% dei ragazzi, che non si sono fatti irretire dai social network, legge un libro l’anno. I più disattenti sono gli over 65, soltanto il 33% ha un rapporto con i libri (sarà perché i pensionati italiani sono i più poveri d’Europa?). Non occorre fare alcuno sforzo per immaginare come, anche in questa occasione, il Sud (lettori 39%, acquirenti 36%) non sia riuscito a recuperare rispetto al Centro-Nord (lettori 52-53%, acquirenti 49-51%). Riguardo al genere di lettura gli italiani preferiscono la narrativa: 61% dei libri letti. Tra gli scrittori scelgono quelli di casa nostra (80%). Il 27% dei libri viene acquistato nelle librerie tradizionali, il 17% nelle librerie di catena, il 16% negli ipermercati e nei supermercati, l’1% negli autogrill, il 7% in edicola, il 4% sulle bancarelle o in fiera e il 9% su internet. Il 58% dei libri acquistati ha un prezzo di copertina tra i 6 e i 15 euro.
E a questo punto c’è da tenersi saldi alla sedia. L’ultimo trimestre del 2011 è infatti stato disastroso: rispetto allo stesso periodo del 2010 sono svaniti 1,7 milioni di copie pari a un calo degli acquisti del 10%.
E come va il mercato dell’e-book? Gli italiani gli si stanno avvicinando lentamente, soltanto il 2,3% ama il libro elettronico e nel 2011 ne sono stati acquistati 567 mila a fronte di 22,7 milioni di libri cartacei.
È questa la fotografia, dice il capo del Centro per il libro e la lettura, delle condizioni del libro e della lettura in Italia, che arriva dopo l’altra fotografia della legge Levi. Anche se sono stati utilizzati strumenti ineccepibili queste foto a noi appaiono però un po’ sfocate. Se “lorsignori” mettessero a fuoco l’obiettivo vedrebbero che: l’industria editoriale soffre d’inadeguatezza, che i librai indipendenti continuano a chiudere, che le biblioteche versano in condizioni di evidente difficoltà, che sul prezzo del libro gravano eccessivi costi di distribuzione, che ai piccoli editori è negato l’accesso nelle librerie soprattutto in quelle di catena, che le strategie di marketing vincenti sono quelle che agiscono sul contenimento del prezzo di copertina. Capirebbero che oggi i libri, come direbbe Elias Canetti, sono completamente indifesi.
Giuseppe Marchetti Tricamo
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