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The passion
The passion è il titolo della mostra di Toni Campo e Francesco Palazzolo visitabile fino al primo maggio presso la suggestiva location del cortile della Fondazione Bufalino a Comiso. Gli autori ripercorrono la Via Crucis in quattordici più quattro gigantografie, magistralmente collocate. Campo è fotografo comisano di fama internazionale, vive a Milano e collabora per le più prestigiose riviste di moda nazionali ed internazionali; Palazzolo, il suo braccio destro, ballerino e coreografo, ha lavorato in famose trasmissioni televisive. L’etimologia del termine passione è riconducibile al greco πάθος, termine che racchiude il senso della sofferenza, ma indica anche una forte emozione, quella che ci regalano Campo e Palazzolo. Gli artisti, con grande sensibilità ed estrema capacità di sintesi, ricordano alcune crocifissioni di Salvatore Dalì in cui scompare persino la croce. Rigorosi nell’impostazione compositiva, annullano lo sfondo facendo emergere dall’oscurità le figure e il drappeggio, con un chiaroscuro studiato, ricercato ad arte tanto da far pensare al maestro della luce, Caravaggio.
Il risultato è elegante e suscita commozione. È una via crucis laica, moderna, teatrale, depurata della crudeltà e dallo scempio del corpo, protagoniste in The passion di Mel Gibson. Si colma il contrasto tra terreno e divino per arrivare ad un’immagine surrealista, oltre il fisico e lo spirituale. Nella penultima foto (XIV) il sudario cade inesorabilmente sulla salma per portare all’ultimo scatto (XIV+) in cui Cristo è “velato”. Sembra che la morte abbia vinto. Ma la resurrezione è in potenza, perché, come ha scritto Emanuela Breda, “il dolore rovescia la vita, ma può determinare il preludio della rinascita”.
Martin Buber ne “Il cammino dell’uomo” ha scritto: “l’universalità di Dio consiste nella molteplicità infinita dei cammini che conducono a lui, ciascuno dei quali è riservato a un uomo”. Il messaggio di Campo e Palazzolo è inesauribile perché parla al cuore di ogni uomo, invitando a riflettere sulla sofferenza per superarla al fine di raggiungere una crescita umana autentica.
di Marta Galofaro
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