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Lo Zibaldone

Sylvain Piron: la “dialettica del Mostro”

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di Niccolò Lucarelli

Contrariamente a quanto si possa pensare, il Medioevo è stata un’epoca densa di cultura poetica e letteraria, di scoperte scientifiche e di apertura verso il mondo orientale, che portò in Europa un’autentica fioritura dopo i secoli difficili delle invasioni barbariche e della caduta dell’Impero Romano. Epoca comunque complessa, il Medioevo, che vide le lunghe e aspre lotte fra Impero (tedesco) e Papato, ognuno inteso ad acquisire il dominio su terre e persone. La fede fu certamente uno degli elementi più forti nel plasmare la coscienza del “popolo minuto”, spesse volte animata da autentico fanatismo. Eppure, proprio l’ambito della religione è stato quello che più ha contribuito alla conservazione della cultura classica nei grandi monasteri – preparando il terreno al Rinascimento -, ma anche “incubando” un gran numero di figure a metà fra sacerdoti e laici, studiosi e artisti, pensatori e sognatori. Uno di questi fu il pavese Opicino de Canistris (1297-1355 circa) scrivano alla corte papale di Avignone durante la celebre “cattività”, nonché misterioso cartografo che realizzò strane mappe dell’Europa con simboli e figure antropomorfe e mostruose, un mondo tormentato che rispecchia probabilmente la sua interiorità: territori differenti si sovrappongono creando illusioni ottiche, i Paesi assumono forme compiute di volti,

Queste carte fantastiche, così moderne nella fantasia surrealista che esprimono, sono riprodotte in tutta la loro inquietante bellezza all’interno del volume, contribuendo a impreziosirlo dal punto di vista documentario. Pur avendo sempre esternato la sua inclinazione al disegno, dove apprese, Opicino, l’arte della cartografia? Sembra plausibile ciò avvenisse a Genova, dove abitò dal 1315 al 1317, impiegandosi anche come miniatore.

Sylvain Piron, docente di Storia Medievale a Parigi, nel suo poderoso studio Dialettica del mostro, ripercorre e analizza le vicende tormentate di questo misterioso e inquietante personaggio, che ha dato da pensare anche ai “padri fondatori” della moderna psicanalisi, i quali ipotizzarono che Opicino fosse afflitto da schizofrenia o patologie similari. Il poderoso volume contiene l’autobiografia di Opicino dalla quale, pur con le sue lacune, possiamo avere un’idea abbastanza esatta della sua esistenza, delle umili origini da una famiglia di canestrai della Lomellina, degli studi saltuari e faticosi, dell’ordinazione come chierico nel 1320, dei tanti mestieri svolti in patria come artigiano, istitutore, chierico senza rendita, prima di ottenere, nel 1330, la carica di scrivano alla Penitenzieria Apostolica di Avignone. La sua vita si intreccia con le vicende politiche lombarde, come i cambiamenti di fazione che interessano Pavia e il suo territorio.

Piron analizza la biografia e il lavoro cartografico di Opicino in maniera esegetica, fornendo un grandioso ritratto di questa misteriosa figura – che in vita scrisse anche numerosi trattati religiosi -, e restituendo al lettore odierno tutta la complessità di una vita vissuta fra i tormenti e le insicurezze del dogma, le difficoltà quotidiane di chi, almeno nella prima parte della sua vita, ha dovuto faticosamente mettere insieme pranzo e cena, lo sforzo di seguire l’esempio di Cristo per contribuire a creare un mondo migliore. E quelle misteriose carte, sono forse la riflessione per immagini delle opinione che aveva del secolo, alle cui miserie contribuiva anche l’incoerenza della Chiesa Romana. Di questo, come di altro, Opicino probabilmente soffriva, così come soffriva della sua più o meno presunta inadeguatezza a obbedire al Vangelo. E tutto si rifletteva in quei disegni affascinanti e inquietanti, dove la poesia si univa alla violenza, la geografia alla fantasia, il mondo umano a quello delle creature mostruose.

Non ci sono risposte sulla figura di Opicino, resta però il fascino di una figura che anticipa, per certi aspetti, gli artisti e intellettuali fra Ottocento e Novecento, come van Gogh, Artaud, Rimbaud.

Sylvain Piron

Dialettica del mostro

Adelphi 2019

pp. 349 Euro, 50,00

 

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