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Sull’uomo Nietzsche

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di Francesco Roat

Durante il 1884 nella vita di Nietzsche appare una donna: Resa von Schirnhofer, studentessa austriaca d’origine aristocratica con cui il filosofo avvia una frequentazione amicale ed epistolare, destinata ‒ in seguito e ben dopo la morte di questi ‒ a costituire l’occasione per un ritratto postumo in prosa che verrà da lei intitolato Von Menschem Nietzsche (Sull’uomo Nietzsche), il quale è ora disponibile pure in lingua italiana grazie all’ottima traduzione di Susanna Mati, che, fra l’altro, sta curando per Feltrinelli una riedizione delle opere del grande pensatore tedesco.

Un ritratto, si diceva, che è giusto la definizione utilizzata dall’autrice per definire questo suo breve ma interessante scritto, ispirato appunto dagli incontri della giovane donna con un uomo sulla quarantina: “dalla geniale, avvincente personalità” ‒ scrive Resa di Friedrich ‒ “che già allora pativa intimamente gravi sofferenze per il suo destino”; quindi molto prima del gravissimo crollo psichico destinato a colpirlo, a Torino, cinque anni dopo.

I due si conoscono in Costa Azzurra, dove entrambi sono in vacanza. Ciò che subito colpisce la Schirnhofer sono i “modi amichevoli e distinti” di Nietzsche, felicemente coniugati ad una “seriosa apparenza professorale”. Amanti ambedue della natura, iniziano col fare lunghe passeggiate, parlando di musica, arte e autori prediletti; ma non solo se ‒ come ricorda l’autrice ‒ tra loro sorgevano osservazioni e “discussioni di ogni genere”. A proposito di musica, torna in varie occasioni tra loro il discorso su Wagner, sempre avviato dal filosofo che non era ancora riuscito ‒ e forse non vi riuscì mai del tutto ‒ a riprendersi dalla perdita dell’amicizia che lo aveva un tempo così legato al teutonico propugnatore della Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale).

Il tema principale dei dialoghi fra Resa e Friedrich resta però senz’altro quello dei libri e si tratta di testi che spaziano dalla letteratura alla storia e ovviamente alla filosofia. Lui inoltre le fa leggere ad alta voce alcuni brani tratti da Così parlò Zarathustra, tra i quali la poesia L’altro canto di danza, tratta dalla terza parte dell’opera suddetta; ma poi Fritz ‒ così Nietzsche veniva chiamato da familiari e amici ‒ non pare soddisfatto dell’intonazione e preferisce ripetere lui quel Lied ‒ trasposto in seguito mirabilmente in musica da Mahler nella sua Terza sinfonia ‒  ed all’improvviso si emoziona, inquietandosi alquanto e finendo per sussurrare misticamente all’orecchio della giovane donna il segreto riguardante die ewige Wiederkunft des Gleichen (l’eterno ritorno dell’eguale).

Nel secondo incontro fra i due, avvenuto a Sils-Maria, in Engadina ‒ dove Nietzsche trascorse le estati dal 1883 al 1888 ‒ egli accompagna l’amica, sua ospite per qualche giorno, a far visita ad una possente roccia piramidale vicino al lago di Silvaplana ‒ proprio presso la quale il filosofo-poeta aveva concepito l’idea dell’eterno ritorno ‒ ed ecco che, ricorda Resa ammaliata: “Zarathustra iniziò a parlare dal mondo della sua altissima tensione spirituale ed emotiva e riversò fuori, ammantati con parole ditirambiche, una quantità di pensieri e immagini. Poi mi raccontò della stupefacente rapidità della nascita di ogni singola parte di quell’opera, sottolineò l’aspetto fenomenale di questa produzione, un’ispirazione a cui a malapena poteva star dietro la trascrizione”.

Da queste poche righe credo emerga chiaro un dato: Il libro della Schirnhofer non è certo una mera raccolta aneddotica, bensì ‒ come nota la valente traduttrice nonché curatrice del testo ‒ un resoconto “umano e fedele”, rivolto soprattutto ad illuminare nel modo più corretto possibile il complesso profilo psicologico di Nietzsche. E grazie, a questo contributo, pure i lettori potranno avere la possibilità di gettare per lo meno uno sguardo nell’interiorità di questo enigmatico ed eccentrico pensatore, che ‒ ricorda ancora Susanna Mati ‒ nel 1885 ebbe a scrivere di sé all’amico teologo Franz C. Overbeck: “Talvolta non so più se sono io la Sfinge, che pone il quesito, oppure quel famoso Edipo a cui il quesito viene posto ‒ cosicché ho due chances per l’abisso”.

Resa von Schirnhofer, Sull’uomo Nietzsche, Feltrinelli, 2023, pp. 107, euro 9,50

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