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Sebastiano Vassalli ricorda Ernesto Ragazzoni al festival Letteraltura ad Ameno

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Vassalli ricorda un “poeta misconosciuto” del lago d’Orta, lo scapigliato Ernesto Ragazzoni, amato da Gassman e Soldati ma più recitato che letto. Questo sabato al festival Letteraltura ad Ameno lo scrittore dialoga con l’editore Roberto Cicala. 

Vassalli non ha un debole solo per Dino Campana, al quale ha dedicato La notte della cometa, o per i poeti al centro del suo Amore lontano. Tra i suoi preferiti c’è anche lo scapigliato Ernesto Ragazzoni, nato a Orta, sul lago omonimo, nel 1870: le sue poesie sono state un cavallo di battaglia di Vittorio Gassman, Mario Soldati l’ha citato nel suo film Orta mia, è stato traduttore di  Goethe e Hugo, ma è stato più recitato che letto. Giornalista al “Tempo” e alla “Stampa” ha girato l’Europa ed è un autore di culto pur essendo per i più un “Poeta misconosciuto”.

Così si intitola l’incontro che il festival Letteraltura promuove sul suo lago d’Orta, questo sabato 13 luglio alle ore 17,30 nel Museo Tornielli di Ameno, con Sebastiano Vassalli, di ritorno dalla prima nazionale del suo nuovo testo ispirato al Supermaschio di Jarry, che dialogo con l’editore e critico letterario Roberto Cicala. Testi inediti sono annunciati dai relatori. Ingresso libero.

Di recente è stato pubblicato un suo romanzo inedito in volume, Ultima dea, tra esoterismo e gusto gotico, a cura di Cesare Bermani presso Interlinea.

Vassalli ha anche scritto l’introduzione a Buchi nella sabbia e pagine invisibili, antologia di Ragazzoni edita da Einaudi nel 2000.

Nella presentazione degli organizzatori si dice che “satirico e lirico insieme, il poeta ortese Ernesto Ragazzoni porta nella letteratura italiana una vena noir e comica, propria dei suoi luoghi natii, dal misterioso lago d’Orta alla sorprendente Novara. Una poesia fatta di mondi rovesciati, rivolta degli oggetti, azzardo beffardo delle rime, gusto per l’iperbole, ai limiti del surreale. Secondo Franco Antonicelli resta il solitario, forse unico chansonnier della nostra letteratura”.

Ernesto Ragazzoni, un poeta misconosciuto. Figlio di un ufficiale dell’esercito. Ancora giovane Ragazzoni pubblicò alla fine dell’800 la raccolta di poesie Ombra nella tradizione della scapigliatura milanese. Nel 1892, lasciato dopo pochi mesi l’impiego in banca, iniziò a pubblicare a puntate il romanzo d’appendice L’ultima dea, che verrà continuato da altri e pubblicato da Cesare Bermani presso Interlinea di recente. Poi si trasferisce a Torino e lavora nelle ferrovie collaborando a periodici e al quotidiano «La Stampa», conoscendo tra gli altri Guido Gozzano. Nel mondo del giornalismo trova anche la moglie, Felicita Rey. Affascinato da Nietzsche, ne assorbì la critica alla civiltà moderna e l’esaltazione dell’individuo libero dalle convenzioni «borghesi», insieme a concezioni teosofiche e occultistiche, costruendosi un complesso di confuse ideologie anarchiche che espresse negli articoli del bisettimanale monarchico la «Gazzetta di Novara», di cui diventò direttore nel 1901 venendo licenziato subito dopo. Diventa corrispondente della “Stampa” da Parigi e poi da Londra, prima di passaral «Resto del Carlino» e al «Tempo» di Roma. Morì di cirrosi epatica a Torino nel 1920.

 

www.letteraltura.it

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