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Se Gesù è stato il primo socialista della storia

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Un percorso intelligente e paradossale sul tradimento della lezione di Cristo, con l’auspicata distribuzione del reddito e attacchi all’accumulazione del capitalismo e il  ripensamento dei rapporti umani, ingabbiati in dinamiche economiche e sociali.

 

George Bernard Shaw, raffinato autore inglese rappresentatissimo in tutti i teatri del mondo, l’unico ad aver conquistato un premio Nobel e un Oscar, dopo aver scritto

Androclo e il leone (riprendendo la leggenda dello schiavo che curò il leone togliendogli una spina dalla zampa e, quando finì nell’arena per essere sbranato dalle fiere, incontrò proprio quel leone che gli risparmiò la vita), decise di rinforzare il messaggio con uno scritto, inedito in Italia, che ora esce nei pregevoli Instant book di Chiarelettere con il titolo Sia fatta la sua volontà.

Il saggio è diviso in tre capitoli, “Proviamo ad essere cristiani”, “I vangeli presi sul serio” e “L’insegnamento politico di Gesù”, ed è un percorso intelligentissimo e paradossale sul tradimento della lezione di Cristo, con un’auspicata distribuzione del reddito e attacchi all’accumulazione del capitalismo, una forte critica alla giustizia praticata come vendetta o espiazione, il necessario ripensamento dei rapporti umani, ingabbiati in dinamiche economiche e sociali come il matrimonio e la famiglia, erette in nome del cristianesimo, che negano l’affermazione e l’evoluzione della persona. Dice l’autore nella prima pagina: “Anche se lo abbiamo inchiodato a una croce, abbiamo sempre avuto il sentore che in qualche modo Cristo ci avesse visto giusto e che noi, se solo fossimo persone migliori, dovremmo provare a dar credito al suo progetto… Gentile lettore, ti prego di non spazientirti subito con me e di non chiudere il libro. Ti garantisco che sono un pensatore scettico, scientifico e moderno come pochi. Di economia e politica, ne so molto più di Gesù, e so fare cose di cui lui era incapace…”. E già in questa premessa c’è lo spirito della lettura e dell’approfondimento, anche per riscoprire un autore noto soprattutto per Pigmalione, da cui venne tratto My fair Lady, e per molti detti famosi ripresi da vari personaggi (Robert Kennedy, nella sua campagna elettorale, prese a prestito “Alcuni uomini vedono le cose così come sono e si chiedono: perché? Io sogno le cose come non sono mai state e dico: perché no?”).

Tornando al nostro testo, concepito come prologo alla rappresentazione teatrale Androclo e il leone per creare un dibattito, fu pubblicato nel 1916 con il titolo Prefazione sul Cristianesimo. Ma è curioso anche il suo recupero qui in Italia, dove non era mai stato pubblicato: è stato scovato per caso da Luigi Zoja, autorevole

psicanalista junghiano che, nel corso di una seduta, aveva saputo della sua esistenza da un paziente. “Compro sempre su Amazon, e sono riuscito a trovare una vecchia edizione Penguin della fine anni Quaranta”.

Adesso, in questa edizione italiana, Luigi Zoja ne firma la prefazione, sottolineando che “Shaw scriveva solo opere che, a suo avviso, contribuissero a rendere il mondo un po’ migliore (o almeno più consapevole, o meno ignorante, il che non è molto diverso): eppure oggi lo ricordiamo come un autore irresistibile, più come un amico che intrattiene che come un maestro che insegna”.

Lucia Castagna

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