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Salvare le librerie indipendenti: la ricetta da Francia e Germania
Un’analisi a 360 gradi quella proposta dall’incontro del SIL (Sindacato Italiano Librai) presso la sede della Confesercenti sul tema “Librerie, futuro scontato? Rimanere indipendenti tra innovazione e tradizione”. L’incontro è stato introdotto dal Presidente del Sil, Cristina Giussani, che ha denunciato la bulimia nella produzione di titoli da parte degli editori, circa 60.000 copie l’anno. “ Oggi le librerie indipendenti – ha dichiarato la Giussani – per aggiornare l’offerta si trovano davanti a un bivio: aumentare i propri cataloghi e garantire agli editori e fornitori cifre sempre più considerevoli, oppure tenere il minimo indispensabile, puntando sui libri più richiesti”. La Giussani ha riconosciuto che la forza di Amazon non sta solo nello sconto, ma soprattutto nel servizio: catalogo illimitato e consegne anche gratuite in un giorno. “Per essere competitivi senza leva dello sconto, dovremo esser in grado di fornire ai lettori- continua la Presidentessa – una serie di servizi aggiuntivi come la consulenza e l’essere connessi agli editori con la possibilità di recapitare il libro a casa in tempi strettissimi.” Il problema che è stato accennato dal Presidente del Sil e che è emerso drammaticamente nel corso del dibattito sta nella inadeguatezza della legge Levi. Lo sconto del 15% e soprattutto la possibilità di realizzare campagne promozionali per singole collane con il 25% di sconto e pratiche finalizzate ad aggirare i limiti della stessa legge stanno portando molte librerie indipendenti alla chiusura come ha evidenziato la ricerca ‘Le librerie indipendenti e gli anni della crisi: performance e previsioni’ di Sauro Spignoli. Lo studio, partendo dai risultati economici di un campione di librerie, ha mostrato come i ricavi tra gli anni 2010 e 2014 siano calati del 12,33% , i costi aumentati del 5,65% e il reddito di impresa sia diminuito del 4,12%. “Ma soprattutto quello che più preoccupa – ha sottolineato l’Autore della ricerca – è che non si intravede, senza una profonda modifica normativa, l’uscita dal tunnel.”
Come è noto, la normativa e la regolamentazione di un settore economico produce effetti a cascata in tutta la filiera. Interessante quindi da questo punto di vista è stato il contributo apportato al convegno da Maya Flandin vicepresidente del sindacato delle librerie francesi, da Luke Taylor manager della libreria Waterston’s Piccadilly e Kerstin Rothkirk, responsabile delle politiche europee dell’associazione dei librai tedeschi.
Questa la situazione delineata dai relatori nei diversi Paesi
Germania.
Nel Paese è attiva un’unica associazione di librai, editori e distributori; non è consentito alcuno sconto sul prezzo di copertina del libro. Sono attive e diffuse in tutto il paese 6500 librerie sia a catena che indipendenti; queste ultime riescono, malgrado i limiti dimensionali, ad essere presenti sul mercato grazie all’attenzione che hanno i tedeschi per il’ localismo’ (si preferisce fare la spesa sotto casa in quanto in tal modo si contribuisce all’economia del territorio). Anche Amazon in Germania nell’ultimo anno ha perso mercato, in quanto è stato coinvolto in uno scandalo che ha rivelato le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti. Ma la risposta ad Amazon è soprattutto nei servizi: consegna a domicilio entro un giorno, consulenza, attività di animazione in libreria. Inoltre le associazioni dei librai e degli editori organizzano periodicamente importanti campagne nazionali autofinanziate di promozione della lettura.
Regno Unito.
Qui non esiste alcuna regola per quanto riguarda lo sconto dei libri. Di conseguenza prima sono entrate in difficoltà le piccole librerie indipendenti, che non riuscivano a competere con le grandi catene più competitive sul fronte dei prezzi, ma alla fine anche queste hanno dovuto alzare bandiera bianca, non riuscendo a competere con gli operatori on line che proponevano prezzi sempre più aggressivi. Sono rimaste attive oggi solo 1000 librerie e la stessa Waterstone, una catena con oltre 300 librerie, sarebbe fallita se non fosse intervenuto un magnate russo. ‘Oggi in Gran Bretagna vi sono città di media dimensione con oltre 100.000 abitanti dove non resta aperta alcuna libreria.
Francia.
In questo Paese è possibile scontare i libri solo del 5%. Sono attive oltre 3000 librerie e le librerie indipendenti detengono una quota di mercato del 40%, contro il 28% delle catene come Fnac, il 16% delle grande distribuzione, il 16% degli operatori online. In Francia anche gli operatori on line non possono scontare i libri oltre al massimo 5% ed è vietata la consegna gratuita.
La salvaguardia delle librerie indipendenti è risultata possibile grazi e all’introduzione del marchio Librerie indipendenti di qualità “che contraddistingue le librerie che innanzitutto siano indipendenti dal punto di vista economico e che rispettino alcuni parametri come: numero di libri in assortimento, costo del personale che incida per almeno il 12,5% sul fatturato, organizzazione di eventi e animazioni….Attualmente sono 500 le librerie che si avvalgono del marchio e che in tal modo possono usufruire di una serie di agevolazioni, come la riduzione delle tasse locali ed incentivi alla formazione.
A questo punto sorge una domanda? Cosa aspettiamo ad imitare la Francia e Germania?
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