Poesia
Pensiero meridionalista in Lucania
DI ANTONIO CORBISIERO
Un libro provocatorio, una battaglia in favore del meridionalismo poetico in Lucania, Irpinia e Cilento. E’ questo il sottotitolo e il senso della corposa antologia poetica” ROCCO E I SUOI FRATELLI”, realizzata dal GAL- Parco Letterario Francesco De Sanctis e data alle stampe da Paolo Saggese, docente nei licei, critico letterario e figlio d’arte (il padre era un poeta). Nella prefazione Francesco D’Episcopo sottolinea l’intento che si prefigge questa opera corale di voci poetiche del Sud: portare avanti una crociata a favore della poesia meridionale, esclusa dai programmi scolastici, come è escluso in buona parte il Sud dalla politica e dall’economia nazionale. Infatti, il volume contiene in nuce una lettera- appello al Ministro dell’Istruzione Giannini, dove i poeti che hanno aderito ad un vero e proprio manifesto per la poesia del Sud elencano i grandi autori messi al bando dai programmi scolastici tra cui il premio Nobel Grazia Deledda, Matilde Serao, Elsa Morante, Sibilla Aleramo. Mancano poi voci del calibro di Quasimodo, Sciascia, Vittorini, Gatto, Scotellaro, Alvaro solo per fare dei nomi. Saggese delinea una prospettiva civile di questa poesia meridionalista. Costruisce una geografia della letteratura del Sud. Come scrisse Salvatore Quasimodo: “Faremo un giorno una carta poetica del Sud”. “Per restituire-aggiunge il critico letterario- la letteratura meridionale ai licei”. L’altro intento che si propone il testo antologico è quello della sfortuna critica che ha riguardato e riguarda la produzione in versi degli autori nati a Sud di Roma che il Centro di Documentazione della poesia del Sud, di cui Saggese è direttore scientifico, ha documentato da anni. Il lavoro certosino del critico irpino cerca di far uscire questi autori da un ingiusto oblìo. Scotellaro, ad esempio non è solo il poeta che è stato, ma rappresenta l’intera Lucania e così Michele Parrella, poeta della diaspora e Mario Trufelli, poeta neorealista. Lavorando sulle aree interne meridiane Saggese passa con naturalezza all’Irpinia di Pasquale Stiso, poeta della speranza di un’alba nuova: il comunista dei contadini; Antonio La Penna, tra meridionalismo e fine di un’utopia ; Ugo Piscopo, il poeta dell’intellettualità sperimentale e Giuseppe Iuliano il poeta dell’indignatio e dell’impegno meridionalista. L’ultima parte dell’antologia è dedicata al Cilento, terra che guarda al Mediterraneo e a Giuseppe Liuccio, poeta di lungo corso, nativo di Trentinara, forse tra i pochi che hanno incarnato in poesia la speranza e la rinascita di un nuovo Sud. Docente nei licei poi giornalista RAI, presidente di alcuni EPT Costa d’Amalfi, è uno degli intellettuali simbolo del Cilento e della Costiera di una terra, le due Coste cilentana e amalfitana, sempre al centro del suo pensiero poetico. “Nel tracciare una mappa poetica del Sud- dice D’Episcopo- è facile perdersi nella selva oscura di latenze, fughe, contraddizioni, ma alla fine, grazie a libri come questi si torna a sperare in una cultura che riesca a sciogliere i nodi dei secoli.

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