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Musica

Riascoltare Puccini

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Il Premio Rotary Giacomo Puccini Ricerca viene bandito con cadenza biennale dal Rotary Club e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (città natale del grande compositore), d’intesa col Centro studi Giacomo Puccini.

Il Premio ha respiro internazionale in quanto vi partecipano studiosi ed esperti di ogni nazionalità, tra i cui progetti viene selezionato il più promettente per uno studio di due anni che si conclude con la pubblicazione di una monografia. Leo S. Olschki Editore ha appena pubblicato (maggio 2016) il saggio, in inglese, vincitore della seconda edizione del Premio, Puccini’s Soundscapes: Geography and Modernity in Italian Opera di Arman Schwartz, un excursus tra i capolavori di Giacomo Puccini: Madama Butterfly, Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi (il cosiddetto Trittico) fino a Turandot, ultima opera rimasta incompiuta, secondo un filo conduttore molto particolare: quello del realismo sonoro.

Rehearing Puccini (“Riascoltando Puccini” come si intitola l’introduzione), dunque, attraverso le diverse ed innovative suggestioni sonore presenti nelle sue opere, suggestioni che hanno introdotto nel dramma musicale i suoni della realtà valorizzando in modo unico e senza precedenti l’animo dei personaggi, e li avvicina così ancora di più alla dimensione dell’ascoltatore.

Prendiamo Madama Butterfly: nell’opera in tre atti del 1904, il compositore inserisce il tintinnìo dei campanelli e tam-tam giapponesi (previsto dalla partitura nell’organico orchestrale), i “fischi d’uccelli” e il rombo del cannone della nave da guerra che annuncia il ritorno di Pinkerton all’innamorata e sfortunata geisha protagonista; Turandot è una favola pervasa delle melodie ispirate ad un carillon proveniente dalla Cina che il compositore ebbe modo di ascoltare nel 1920, senza dimenticare la sirena del Tabarro e le campane (e, in generale le sonorità religiose) di Tosca e Suor Angelica.

Si legge nell’introduzione: “Puccini’s operas were a central – if not the central – “musical expression” of this unsettled world”: “Le opere di Puccini erano una espressione musicale – se non l’espressione musicale – di questo mondo instabile”, laddove il mondo inquieto era quello teatro della modernizzazione e dell’industrializzazione di fine ‘800, una società ricca di cambiamenti e fervente di nuovi ideali all’alba del XX secolo. Non a caso anche il titolo del lavoro unisce nel “Paesaggio Sonoro di Puccini” gli elementi di Geografia e Modernità nell’Opera italiana.

Attraverso la lente del realismo sonoro le opere e la vita di Puccini possono essere reinterpretate: è quello che fa l’autore del saggio che esamina frammenti musicali, arie e duetti in cui il Maestro rese vere, quasi palpabili, i dolori, gli amori, persino i silenzi dei personaggi delle sue opere. 

(Mariachiara Tarantino)

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