Lo Zibaldone
Quell’arte che è azione in divenire
Esiste veramente un’arte del genere? È quello a cui rispondono (a Risvolti dell’editore Riccardi di Napoli) poeti e critici di varia estrazione, che vivono la loro condizione artistica in perenne tensione.
DI GIOVANNI MATTEO ALLONE
Una rivista atipica senza scopi di lucro e fuori commercio che si sostiene grazie al contributo dei curatori, degli abbonati e di qualche sostenitore, d’avanguardia, in opposizione alla cultura globalizzata e consumistica, che ruota attorno a quesiti specifici con dibattiti e discussioni sul ruolo della letteratura e dell’arte in genere: Risvolti, editore Riccardi (Napoli), diretta daGiorgio Moio, poeta, scrittore e critico letterario.
Il numero che reca la data di settembre propone come tema “la serietà nell’arte”, un’arte che non sia puramente estetica, superficialità, facile fruizione, ma azione in divenire. Esiste veramente un’arte del genere? È quello a cui rispondono poeti e critici di varia estrazione, che vivono la loro condizione artistica in perenne tensione, in una società dove è difficile trovare una via d’uscita ma sempre alla ricerca di una libera espressione. Variegate le risposte e strutturate in maniera originale. Alcuni hanno risposto con un breve saggio, altri con poesie verbo-visuali, ma tutti hanno posto l’accento sull’esigenza di un’arte come espressione autonoma senza condizionamenti esterni. Il critico Paolo Badini cita Dostoievski e afferma che non vi è serietà senza onestà e la mancanza di serietà sussiste quando si mistificano gli argomenti. Pasquale Della Ragione, poeta e artista, risponde con dei versi e cita Fogazzaro quando in Sonatine bizzarre dichiara che “noi non fummo posti in sella per avere croci né spalline, ma solamente per combattere”. Anche Ferdinando Grossetti risponde con dei versi variamente disposti sul foglio: “… L’Arte è il divenire della Vita con tutti i suoi imprevedibili psico e visio-deliri”. Lucio Zinna si scaglia contro il linguaggio criptico e il supponente formalismo in poesia e la mercificazione del corpo. Pessimistica la risposta della poetessa Marisa Papa Ruggiero. Per lei la serietà è un termine relegato nella soffitta delle idee scadute. Marco Paladini, nel ricordare il padre prigioniero nel campo di sterminio di Bergen-Belsen, dichiara che è necessario non smemorare. Ugo Piscopo, fedele alla sua produzione in versi e in prosa, dichiara che la serietà nell’arte è pulsione, in dinamico divenire, verso la verità. Per Italo Medda l’arte è immaginazione, processo creativo. Di particolare interesse la risposta del critico Antonio Spagnolo, che, in quanto membro di varie giurie, riscontra nelle poesie e nei racconti esaminati povertà di illuminazioni sia nei contenuti sia nelle forme, e che, nell’opera d’arte, dalla figurativa alla poesia, dalla musica alla retorica, dal teatro al cinema, risulta difficile esprimere il proprio interiore: pochissimi gli autori che “riescono a realizzare un’opera che sia umorale e pregna di quel sentimento del divenire capace di coinvolgere il fruitore nella ri/creazione del vissuto”. Federico Nardo con versi verbo-visuali lancia una feroce accusa contro le “infezioni del capitalismo”.
Una nota comune a tutti è che la serietà nell’arte può sussistere a patto che non sia condizionata da fattori esterni o da futili ammiccamenti.
La seconda sezione della Rivista dal titolo “Testimonianze”, è dedicata allo scrittore e artista Michele Perfetti, protagonista da trent’anni di una espressività artistica fra le più radicali e sofisticate la cui attività può essere sintetizzata in tre filoni: Poesia monoglossica; Poesia visivo-tecnologica; Poesia visivo-oggettuale, come si evince da un saggio di Rosanna Apicella. Oltre a un’antologia critica con testi di Luciano Anceschi, che pone in rilievo la posizione di Perfetti nel gruppo 70 affermando che il suddetto “fa del colore qualcosa di meditato, di riflesso, con una sorta di vaghissima gioia speculativa”, di Renato Barilli, che afferma come la scrittura di questo artista sia “un mare d’inchiostro che lascia affiorare pochi, misteriosi spezzoni lasciando che la luce solare orli i corpi che le vengono opposti, in un sottile controluce”, di Franco Farina, Lola Bonora, Pietro Marino, questa sezione contiene interventi figurali di Lidia Pizzo, Anna Boschi eGiorgio Moio.
La terza parte presenta un vortice di immagini verbo-visuali in bianco e nero del giovane artista Antonio Moio, che già ha al suo attivo parecchi riconoscimenti internazionali.

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