Lo Zibaldone
Quella favola di ognuno di noi in attesa di esser scritta. Intervista a Stefano Benni
Stefano Benni presenta a Leggere:tutti la sua ultima opera “Di tutte le ricchezze” e lancia un monito: mai fidarsi troppo dei propri maestri.
di Carla Iannacone
Ci sono libri che sanno farsi amare e libri che sanno farsi odiare. Ogni libro è il preludio a un incontro che cela in esso il piacere dell’attesa offendo, a chi legge, il segreto della propria anima. Non esiste storia, racconto o saggio che non riesca in questo, non esistono libri brutti o libri belli – come non esiste rapporto umano brutto o bello -, tutto attiene a ciò che è in noi perché, come affermava Carlo Carrà, “è solo se guardi dentro te stesso che scopri davvero il mondo”.
Ma quanti sono i mondi e quali sono?
Può un sogno essere definito mondo o è solo un modo di dire?
Al Professor Martin – protagonista dell’ultimo libro di Stefano Benni, Di tutte le ricchezze – è successo. No, non di vivere in un sogno ma il sogno. Ma, oggigiorno, a chi verrebbe in mente di credere ancora nei sogni?
E se così non fosse? Abbiamo provato a chiederlo all’autore.
Poesia, Favola, Ironia sono i tre “ingredienti” alla base de Di tutte le ricchezze. Chi, tra i personaggi del libro, incarnano il primo, il secondo e il terzo elemento?
Tutti hanno un po’ i tre ingredienti…anche i “cattivi”.
Qual è la Poesia più bella che ha scritto e quella più bella che ha mai letto?
Non so qual è la mia poesia più bella, quella a cui sono legato è un poemetto, Blues in sedici. La poesia che ha cambiato tutto quello che pensavo sulla poesia è stata la Terra Desolata di Eliot. Ma anche tante, tante altre.
Qual è la Favola più bella che le hanno mai raccontato?
Da piccolo, mio nonno mi lesse dei brani di Mastro Pulce di Hoffmann. Forse non capii tutto, ma rimasi incantato.
Gran parte dei suoi personaggi, mi riferisco anche a quelli incontrati nei libri precedenti, somigliano molto a delle caricature. Quando è di fronte ad un foglio bianco, tra la scelta di dover descrivere un personaggio ironico e uno grottesco, chi è che ha la prevalenza?
I personaggi appaiono così, misteriosamente, non decido prima come saranno. Spesso comandano loro, non io.
Ad un certo punto della storia succede che il Professor Martin e la sua Nasten’ka si “incontrano” per la prima e vera unica volta durante un ballo ad una festa di paese a suon di valzer. Qual è la danza che Stefano Benni sceglierebbe per dichiarare il suo amore a una donna?
Un classico lento, un slow, di quelli in cui si sta guancia a guancia e ci si tocca un po’.
Meglio la prima o la seconda volta?
Meglio tante volte.
Meglio nascere animale, essere adulto o continuare ad essere per sempre un eterno bambino?
Un po’ di tutto.
Il miglior Maestro di vita è….
Non fidarsi troppo dei maestri.
“Di tutte le ricchezze che ho viste/Una sola io vorrei davvero/I tuoi occhi di acqua celeste” (dal libro). La sua più grande Ricchezza?
Mio figlio.

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