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La tua recensione

¡Que fuerte!

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GIORGIO GRAZIOTTI-FORTUNATO LICANDRO, ¡Que fuerte! Diversamente Erasmus - Avagliano editore, 2017, pp. 232, euro 15,00

¡Que fuerte! Diversamente Erasmus è la bibliografia romanzata dei tre viaggi in terra spagnola che hanno visto come protagonista Giorgio Graziotti, laureato in filologia moderna presso l’Università degli Studi della Tuscia. Giorgio ha, dalla nascita, un deficit  visivo e motorio, un “difettuccio di fabbrica”, come lo definisce ironicamente lui. È stato il primo studente diversamente abile della sua facoltà a partecipare nel 2012 al progetto Erasmus presso l’Università di Siviglia e, successivamente, ad altre due esperienze di scambio a Madrid, presso il Centro di documentazione sulla disabilità nel 2014 e come redattore per l’agenzia di stampa Servimedia nel 2015.

Giorgio, che nel corso dei suoi viaggi in Spagna ha sempre tenuto dei diari, ha deciso di condividere la sua esperienza fornendo una guida non tanto di Erasmus ma soprattutto di vita, per studenti e non solo. Insieme all’amico fraterno Fortunato Licandro, copywriter di professione,  ha raccontato le esperienze vissute giorno per giorno con  uno stile  insieme ironico e commuovente e con un linguaggio colloquiale che trascina il lettore dentro la storia per viverla insieme a lui. Tra le righe emerge la costante ricerca di relazioni umane autentiche, di intensità, di amicizia, insieme alla convinzione che sia possibile realizzare qualunque cosa, se ci si crede fermamente.

Giorgio, che all’inizio della sua prima esperienza si chiede “Chi me lo ha fatto fare?”, intraprende l’avventura di studente Erasmus spinto dalla madre Margherita, che lo stimola a spiccare il volo e a non lasciarsi limitare dalle sue disabilità. Per dargli sicurezza,  Margherita gli consegna un biglietto di ritorno da tenere chiuso in un cassetto e da usare per tornare a casa in qualunque momento. Il biglietto resta nel cassetto perché Giorgio, in Spagna, trova accoglienza, ambienti amichevoli, occasioni di crescita personale e lavorativa e il superamento di quelle barriere non solo architettoniche ma soprattutto mentali che non lo fanno sentire diverso.

A Sevilla sono semplicemente Giorgio: non ho vergogne da portarmi sulle spalle, non ho spiegazioni da dare per il mio modo di essere, non ho aiuti da chiedere, non ho difficoltà, non ho frasi di circostanza, non ho conoscenze ma, soprattutto, non ho scuse. Qui devo essere solo Giorgio! E per tutto questo, le gambe non sono poi così indispensabili.

Credo che Giorgio sia l’amico o il collega di studio o di lavoro che un po’ tutti vorremmo avere: entusiasta, amichevole, con la voglia di crescere sempre, e soprattutto con gli occhi che brillano. Davanti a tutto questo, il suo “difettuccio di fabbrica” sbiadisce fino quasi a scomparire.

Agli autori, che ho avuto il piacere di incontrare durante la presentazione “Que fuerte a Ferrara” dello scorso venticinque maggio, e che ho trovato simpatici e autentici esattamente come li immaginavo, vorrei dire che li ringrazio per avermi fatto viaggiare ed emozionare con loro tra le pagine di questo libro, e che mi piacerebbe leggere presto una loro nuova fuertisima avventura.

 

di Annalisa Fuso    

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