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Narrativa

Quando Roma era un paradiso

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di Andrea Coco

La liberazione della città, avvenuta il quattro giugno 1944 per opera delle truppe americane del generale Clarck, diede una profonda scossa all’Urbe, che reagì manifestando un fermento culturale allora assente nelle altre capitali europee. Roma divenne, insomma, il posto dove turisti, artisti e imprenditori di tutto il mondo si trovavano perfettamente a loro agio, come in una sorta di Eden, un luogo accuratamente raffigurato nel libro “Quando Roma era un paradiso” di Stefano Malatesta, scrittore e giornalista nato proprio a Roma nel 1940. L’autore descrive nell’opera la città della sua infanzia, adolescenza e prima giovinezza come una capitale vivace e così ricca di aspettative da attrarre, molto più della vicina Parigi, persone di altra nazionalità, tutte colpiti dalla velocità con cui la popolazione aveva saputo riparare i segni di una guerra o aveva saputo nasconderli con una capacità scenografica tutta italiana. A conquistare gli stranieri contribuiva anche quel lato particolare del carattere dei romani, il cinismo ovvero la capacità di non meravigliarsi di nulla, perché da secoli abituati a vedere di tutto, un aspetto interpretato alla perfezione da Aldo Fabrizi nei numerosi film ai quali avrebbe preso parte nella sua carriera. E proprio il cinema, nel caso specifico quello neorealista, nato nell’estate del ’45 con “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, diede un importante contributo alla rinascita dell’Urbe, assieme alla pittura che in quel periodo stava conoscendo una fase entusiasmante; Via Margutta e le vie adiacenti erano state, infatti, occupate da studi di pittori e scultori. Tuttavia la parte del leone toccò proprio al cinema che fece di Roma, la Hollywood sul Tevere, trasportando nella capitale personaggi del calibro di un Orson Welles, ma anche quelle anonime maestranze che nel 1950 avevano dato vita al film più colossale mai realizzato dall’industria cinematografica, “Quo vadis?”, il primo di una lunga serie che sarebbe culminata con il più celebre “Ben Hur”. A Stefano Malatesta va il merito di aver saputo raccontare con eleganza, ironia e disincanto un’Urbe ben diversa dall’attuale, piena di entusiasmo, voglia di creare un mondo migliore nel quale vivere e capace di stimolare curiosità intellettuali. Un libro da leggere per ricordare e conoscere luoghi e personaggi di una Roma così lontana nel tempo da sembrare altrimenti inventata. A futura memoria e come esempio per un futuro, magari, prossimo.

 
STEFANO MALATESTA

Quando Roma era un paradiso

2015, Skira

pp.144, euro 15

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