Varie
Postfazione dell’autrice Graziella Tonfoni come premessa e prefazione ai suoi articoli
A conclusione e completamento della sequenza di undici articoli di Graziella Tonfoni pubblicati su “Leggere: tutti”online, nel corso dell’anno solare 2014, l’ autrice propone una postfazione, che potrebbe essere, nello stesso tempo, considerata premessa, prefazione, per una raccolta antologica, di spessore cartaceo, indicando l’intenzione, le motivazioni di tanto continuo suo comporre per ricompattare.
Ecco una postfazione, senza raffiche critiche, non raffazzonata, non faziosa. Si presenta come meditata conclusione, mediata introspezione dell’autrice, che condivide alcune considerazioni illustrandole, discutendone ad alta voce con se stessa, distribuendone il senso dedotto, ad una più vasta assemblea di lettori, assiepatisi tutti intorno a queste sue cadenzate pagine.
Esordisce con una soddisfacente affermazione. Conferma che si considera soddisfatta di un bilancio filologico positivo, in un solo anno solare diventato per lei unico, essenziale. Può infatti “autocertificare” che ogni debito filologico, sebbene non contratto da lei, ma da lei comunque rilevato, sia nel passato remoto, che in quello prossimo, è stato completamente saldato. Non ci sono pendenze nei confronti di una compagine critica nazionale, sempre in attesa di sue nozionali ridefinizioni a cui attingere, da cui mutuare.
Si tratta di prosa ormai attempata, questa sua, con metafora lineare, con allegoria leggermente tardiva, dato che nella sua gioventù trattò già estesamente i temi della comunicazione possibile e della traduzione reale. Oggi di fronte alle difficoltà estreme, causate dalla pervasività di ogni sistema di diffusione di ogni tipo di informazione che, cozzando tumultuosamente contro le problematiche di scogliosa euro-zona, provoca continui disallineamenti di rotta, lei enumera rigorosamente, i cambiamenti radicali verificatisi nel secondo decennio del terzo millennio.
Non solo si occupa di problemi contingenti, operando esclusivamente in area europeistica, con retorica e stilistica a norma, ma addirittura capovolge le premesse. Sceglie stili, espressioni, punti di vista, prassi esplicative, con realizzazioni del tutto opposte, rispetto ad ogni antecedente opera. Parte dal concetto di intraducibilità di fatto, di incomunicabilità evidente.
Semplifica leggermente i fraseggi, allinea i paragrafi. Sempre complicato, complesso, avanti sui tempi di effettiva comprensione, in comunitaria accettabilità, risulta il suo modo di procedere componendo, nella risposta continua, che dà a se stessa, per tutte le obiezioni possibili, perfino per le esitazioni immaginarie, plausibili.
Questa post-fazione è allo stesso tempo prefazione filologica, premessa didascalica, alla sequenza degli undici articoli di Tonfoni Graziella, concepiti, scritti, pubblicati nel 2014, basati sulle sue più recenti ricerche autoctone, acquisizioni rigorosamente verificate, per una promozione della divulgazione scientifica, che sia attenta ai problemi ecologici.
Impegnata personalmente nell’analisi delle numerose discrasie, evidenti contraddizioni, che emergono dagli attuali criteri selettivi e valutativi, questa letterata avanza speditamente nella realizzazione di nuovi parametri, che consentano una selezione rispettosa delle necessità del territorio.
Intende evitare lo spreco di risorse, inteso come perdita di riferimenti bibliografici, a lavori di ricerca importanti, che possono facilmente andare perduti, se non se ne compendia l’essenza, manutenendone anche il formato.
Come scienziata che ha dedicato costantemente la sua vita alla scienza, definibile correttamente “ricercatrice a vita” ha stabilizzato nel corso dell’anno solare 2014 alcuni assiomi, autentici algoritmi, derivandoli dalla sua attuale attività esplorativa, esprimendoli in modalità letteraria, per garantirne una leggibilità diffusa, una stabilità divulgativa.
La sua autocertificazione scientifica è resa possibile da un autenticato sdoppiamento letterario, che permette il consolidamento critico esatto.
Pare, la sua, una reazione estrema ad ogni deriva di fraintendimento possibile. Evita solo così ogni danno collaterale, che possa determinarsi, a scapito della sua stessa immagine di studiosa, innescandosi nelle sue pagine, a seguito della mancata o solo parziale interpretazione di tante frasi scientifiche, basata su equivoci circolati in merito alla sue narrazioni poetiche.
Risulta estinto ogni prevedibile ammanco di ecdotica esplicitazione. Non destinata a riaprirsi alcuna fessura ipotetica, perché il solido patrimonio di ricerche storicamente connotate, è diventato già da tempo ‘Letteratura Computazionale’ (Tonfoni G., 1979-2011), shareware equamente condiviso, solidale documentazione storica, didatticamente a norma. Archivio destinato agli studiosi di una intera epoca ed epica completata, compiuta.
Le successive, distinte ricerche nel settore dell’Economia Saggistica italo-europea, protrattesi per un intero decennio, si sono a loro volta concluse. Appaiono accessibili, compattate, disponibili online, pagine aperte di pubblica consultazione (Tonfoni G., 2012-2013).
A chi obietta che -tale eventuale area interdisciplinare, basata su ricerche recenti, a partire dalla definizione di una euro-coniazione unica, analizzabili concretamente solo a partire dall’anno 2003, documentate dimostrate, relazionate, rendicontate, in rapida successione di monografie, dalla stessa autrice e ricercatrice, nel corso di un biennio 2012-2013 in assai intensa composizione, pur se di notevole spessore letterario, di indubbio interesse accademico, parrebbe rivolta a fare emergere, definire problemi reali, sui quali si potrebbe perfino essere d’accordo oggi, resterebbe comunque una discettazione priva di suggerimenti e di alternative concrete- l’autrice qui, di seguito, risponde puntualmente.
Indica come, prima ancora di presentare soluzioni efficaci, in un quadro di indagini sull’andamento culturale nelle varie realtà di una euro-zona, continuativamente instabile, si debba avere pazienza, dimostrare coraggio,ammettere che si sta tutti vivendo in una era definibile come “epoca della confusione globale e dell’ingorgo informativo locale.” Per permettere una sopravvivenza letteraria, ritiene indispensabile promulgare una legge di leggibilità massimale. Si tratterebbe di applicare una regola precisa, che richiede a tutti gli scrittori di selezionare accuratamente quelle sole, uniche opere, che, non solo siano autentiche, significative, ma che sia ogni singolo autore o autrice a volere indicare, dopo averle accuratamente scelte nell’ambito della propria più vasta produzione.
Si tratta di una scelta indispensabile, intesa garantire che siano proprio gli stessi autori a decidere quali, fra le loro realizzazioni, possano essere considerate valide, valutabili nell’attuale quadro storico, sociologico, sociale, politico. Per evitare una casualità di giudizio, una valutazione arbitraria, di critici casualmente designati, che potrebbero confondere prove interrotte, semplici esercizi lasciati in sospeso, dichiarandoli, frettolosamente, avventatamente, come capolavori.
Pagine, che ad altri recensori paiono episodi di grafomania, potrebbero essere considerate geografie narrative disseminate di picchi letterari, acquisendo valori non più sostenibili, che alzano le quote necessarie, provocando una inesorabile inflazione narrativa,un parallela deflazione filologica.
La selezione deve avvenire spontaneamente, da parte di ciascuno scrittore, cui può essere richiesto di scegliere quali siano le opere sue, che vorrebbe rendere stabili nel tempo, in euro-zona, affinché siano antologizzate, come effettivamente rappresentative, dell’area culturale e linguistica, cui appartengono o intendono aderire.
Quando siano state effettuate le opportune selezioni, non su base quantitativa, ma qualitativa, parametrizzandole accuratamente rispetto alle fasi storiche, che appaiono le più rilevanti da segnalare, in una prospettiva europeistica, si potrà procedere ad una ulteriore richiesta di successiva selezione. Si tratterà di una scelta, che solo gli autori o le autrici, che pubblicano in euro-zona, sono in grado di effettuare sulle proprie opere. Sarà offerta a ciascuno, la possibilità di segnalare un sottoinsieme di articoli, capitoli, estratti, riassunti, compendi, da destinare ad eventuale traduzione, in altre lingue di eurolandia, onde potere costituire quel patrimonio minimale di contributi del secondo decennio del terzo millennio, in base a ai quali siano derivabili, scelte enciclopediche,di letteratura comparata e contrastiva, da trasmettere consensualmente, alle future generazioni. Evitando così il caos delle casualità assolute, nelle eventuali classifiche.
Per fare un esempio concreto, Graziella Tonfoni, richiede a se stessa di selezionare lei stessa fra le sue tante opere letterarie, componimenti poetici, frugando fra capitoli di sue narrazioni e poesie, particolarmente adatte, che consideri dovere essere le uniche da sottoporre ad un eventuale giudizio filologico euro-comparativo, perché restino come sue pagine rappresentative della narrativa italiana contemporanea. Affinché alcuni paragrafi possano eventualmente essere adattati in altre lingue di euro-zona, non si rivolge al passato, non ripropone la sua produzione surreale fantastica, né quella epica, sia narrativa, che poetica, neppure riprende stralci dalla sua intensissima attività epistolare. Seppur si tratti di un patrimonio di suoi testi pubblicati, o inediti, assai vasto, di complessa tessitura di retorica qualità, da lei intrecciato in frasi, con stili molteplici, allegorie eleganti, intenti pregiati.
Piuttosto propone di misurare il suo prodotto letterario italiano, in affondo. Fotografandolo in un unico autoscatto bibliografico, considerando alcune le sue sole opere concepite e composte nell’anno 2014 da fare “Leggere a tutti”, ovvero esclusivamente queste.
Può apparire sorprendente tale sua operazione riduttiva, di autocertificazione, che si realizza come limitazione del suo operare, compresso nell’unico presente, valutabile solo nel momento contingente.
Il suo stile attuale, effettivamente meno denso di connotazione, di denotazione, appare sintatticamente alleggerito, anche se tuttora presenta traiettorie immaginifiche. Sicuramente non è più epico, dato che l’autrice attraversa una fase riflessiva, meditativa, dando luogo, nel suo assiduo comporre, a periodi più semplici, che intendono essere precisi, sulla base di scelte retoriche bilanciate, frasi mai estreme.
Assai affievolite risultano le sue allegorie, mediante toni consoni alla realtà attuale difficile, inutilmente complicata, comunque ardua, con asperità diverse, rispetto a tutte le difficoltà da lei affrontate in precedenza, nel suo passato, accademicamente risolto.
Come letterata, che seleziona con saggezza, propone questi suoi undici articoli, da lei appositamente concepiti e composti, mensilmente apparsi su Leggere:tutti online, pubblicati a Roma, nel corso dell’anno solare 2014, indicandoli come gli unici, che vorrebbe vedere annoverati fra i contributi letterari italiani, davvero significativi. Tengono conto delle turbolenze emerse nel secondo decennio del terzo millennio. Li rende così disponibili anche per eventuali parziali traduzioni, adattamenti, compendi in altre lingue parlate correntemente in euro-zona.
Ciò non significa affatto che queste pagine siano una evoluzione, una sintesi derivata da tutti i suoi stili e contenuti precedenti, né che si tratti di un compendio di sue annotazioni sparse. L’autrice non considera queste sue scritture del 2014 come le migliori in assoluto, né le propone affinché siano giudicate di qualità superiore, rispetto a tutte le sue precedenti. Le indica semplicemente come prose a sé, frasi del tutto distaccate, distinte fasi, distanti capoversi.
La sua attuale retorica intende avvicinare questi suoi paragrafi allo stile delle polizze assicurative, a garanzia del significato di ognuna delle sue metafore, che sono tutte coperte da una allegata illustrazione, in modo da evitare quegli equivoci e fraintendimenti, che la sua prosa analogica, didattica, didascalica, allegorica, sempre ricca di allusioni culturali, fitta di quegli innumerevoli riferimenti bibliografici, filologici, che richiedono un approfondimento scientifico, di notevole spessore, rischierebbe seppur involontariamente, ancora una volta, di provocare nei lettori non più abituati alla prassi metaforica e iperbolica, nel terzo millennio caratterizzato dalla pervasiva, invasiva interconnessione, che predilige ed impone uno stile piatto, referenziale, globalizzato.
L’ espressività di questi interventi, diversamente profondi, profondamente diversi, da tutti quelli dall’autrice concepiti in precedenza, mantiene alto il tasso di una prolissità, che può apparire a tratti perfino pedanteria, pesantezza sintattica. Procede ad una ricerca costante di semplificazione, che passa attraverso una evidente rinuncia alla eccessiva complessità. Meglio essere ridondanti e ripetitivi, che rischiare una interpretazione fuori luogo, una etichettatura errata. Pare, questo, essere tuttora il motto dell’autrice, che per coerenza con i propri principii non ha un suo blog, si rifiuta categoricamente di comunicare in facebook, linkedin, twitter, ma è comunque quotidianamente collegata in e-mail, strumento di interazione che ritiene del tutto sufficiente, a coprire distanze reali. Numerosi suoi messaggi di chiarimento, sono veri e propri “premi” da lei versati, al fine di ottenere trasparenza concettuale, con cadenze periodiche, quando ne sia davvero richiesta.
Come nel caso della documentazione assicurativa, avendo stabilito undici contratti, in questa serie di articoli, con i propri lettori, rimane a loro disposizione, per ulteriori spiegazioni a voce, per quanto riguarda i paragrafi a clausola eccessivamente erudita, che richiedano addizionali precisazioni, in forma di intervento pubblico, se invitata da loro a pronunciarsi.
Proprio come gli assicuratori si comportano con le polizze, illustrandone vari punti, se richiesti, ai singoli potenziali assicurati, evidenziando le frasi più importanti, rispondendo minuziosamente a domande, sia vaghe, che precise.
Preferibile è assicurare ogni frase, coprendola con una clausola semantica, in forma di coordinata esplicativa, di subordinata illustrativa, con rimando lessicale, in modo da essere in grado di auto-proteggersi dal danno di immaginazione. Ipotetiche dicerie, che ignari o distratti lettori potrebbero provocare, su questa sua serie di pagine, da stampare, inavvertitamente attribuendo loro nessi di causa effetto non appropriati, mai dall’autrice intesi, capovolgendo loro, arbitrariamente, il contesto di ogni suo capoverso.
Se esiste una bellezza intrinseca in ogni uso del linguaggio, anche nei più differenziati, come questo burocratese filologico, vero e proprio assicuratese semiotico, allora possiamo dire che gli undici articoli cadenzati, sono un autentico capolavoro di uso tecnico provvidenziale, in una prosa immaginifica, a fini strettamente previdenziali.
Sono undici polizze assicurative del buon senso ecdotico esplicitate in tonfonese pragmatico semplificato.
Ben diverso dallo stile grondante di metaforiche allusioni, illusorie allegorie, di un’ autrice che per decenni si è espressa in stile tonfoniano iperbolico e complesso.
Del tutto autonome, queste pagine, indipendenti da qualsiasi contenuto, espresso dall’autrice negli anni antecedenti. Ogni articolo “si autoprotegge” da eventuali obiezioni, che risultino da mancata comprensione, rendendo l’autrice assicurata, preservata da ogni fraintendimento inteso o preterintenzionale equivoco.
Si tratta di una operazione distinta, indipendente, riconducibile, complessivamente, ad una prassi ecologica, cadenzata in undici capitoli, di diversa misura, usciti in successione, con i seguenti titoli:
Graziella Tonfoni, una autrice che ripropone i suoi titoli rendendoli versi
Graziella Tonfoni, una autrice che rende solido il valore lirico della rilettura costante
Graziella Tonfoni, una autrice scienziata, che trasforma le mappe narrative in agende letterarie
Graziella Tonfoni, sintetizza Tonfoni Graziella in un curriculum compattato di compendio
Graziella Tonfoni, un’autrice che dialoga telefonicamente con le sue bibliografie, declamando i suoi titoli di-versi
Graziella Tonfoni, un’autrice che rendiconta i suoi racconti con periodici riassunti e frequenti resoconti
Graziella Tonfoni, semplicemente autrice e diversamente accademica
Graziella Tonfoni, un’autrice stabile, che rassicura chi si trova in uno stagno creativo e cura chi si dibatte in uno stallo poetico
Graziella Tonfoni, un’autrice che propone assaggi della sua attuale narrativa pasticciata e riletture da sorseggiare in un corso di autentica degustazione filologica
Graziella Tonfoni, autrice che prevede intonazioni fantasiose e provvede poetiche integrazioni contemplando selezioni efficaci per la sua narrativa italo-europea
Graziella Tonfoni, autrice che compatta in capoversi interi capitoli didascalici della sua esistenza scientifica condensando distinte fasi di ideazione in altrettanto distanti frasi letterarie
Per evidenziare la rilevanza di questi articoli, valorizzandone finalmente, pienamente, sia il senso effettivo, che l’autentico significato -conclude l’ autrice, che da sempre si rivela essere la più severa critica di se stessa- si dovrebbe istituire un riconoscimento formale per chi, scrivendo a se stessa su se stessa, protegge da vilipendio il concetto troppo spesso negativamente connotato, di autoreferenzialità, nobile proprietà autoesplicativa del linguaggio naturale.
Non si possono definire queste pagine, come facenti parte di una narrativa collana, né come elementi di una allegorica discettazione. Neppure sono più, le sue scelte lessicali, cariche di quella espressività poetica al limite dell’espressionismo didascalico, dall’autrice assiduamente per decenni praticato, nel suo continuativo insegnamento, sia frastico, che fra le righe. Lei stessa sceglie e dimostra di avervi rinunciato, completamente, in nome di una semplificazione, che non sia però, banalizzazione omologante.
Con questa antologica secessione, da una se stessa ridondante, che poteva apparire di prosa ingombrante, ha promosso la nozione di complessiva comprensibilità di massima, rendendo possibile quella garanzia semiotica, che mai può essere data per scontata, nell’era attuale, caratterizzata dal frastornante, costante, rumore, nel fragore frastico, a raffiche critiche, assordanti di una filologia quasi assente.
Questa autrice è da sempre anche scienziata autoreferenziale. Per non turbare mai nessuno, neppur minimamente alludendo, scrive solo su se stessa, per non mutuare modelli e teorie altrui, realizza teoremi esclusivamente suoi, autoctoni. Per non risultare imprecisa, continuamente definisce l’uso di ogni termine, tecnicizzandolo, con estrema precisione. Per non apparire invasiva, commenta da sé, borbottando, le proprie frasi, per non volere neppur minimamente apparire un’ intrusa, non si interessa mai di paragrafi altrui.
Il titolo più consono, appropriato, per raccogliere questa antologica discettazione si rivela essere il seguente: Elogio dell’autoreferenzialità.
Risulta essere proprio questa l’espressione più adatta, per definire questa silloge, unica, per singolarità dell’autrice parlante, per caratteristiche intrinseche del suo stile compositivo decisamente parlato. Il costante dialogo con se stessa, critica e filologa delle sue stessa pagine, che illustra, traduce, per meglio divulgare correttamente le sue linearità di prosa, mai escludendo i propri rocamboleschi contenuti, dimostra l’ autentica passione della scienziata dell’informazione per il potere esplicativo del linguaggio naturale, che può, sa chiarire ogni dilemma.
Per un suo breve profilo in quarta di copertina, di una eventuale antologia, ha scelto questa configurazione decisamente astratta: Graziella Tonfoni, scienziata internazionalmente accreditata, “ricercatrice italiana a vita”, è stata docente per numerosi anni, come attestano i suoi innumerevoli manuali, articoli, volumi. Ha lasciato il suo impegno didattico di aula, per dedicare, la sua vita accademica, alla prassi frontale della correzione. Rileva come la frettolosità, imposta dalla realtà interconnessa, estremizzata dalla pervasività tecnologica, accelerata, ha portato i lettori a dovere ruotare troppo spesso intorno a prassi editoriali non consolidate, con passerelle interpretative scivolose, vuoti semantici, fra un capitolo ed un altro. Al ristabilimento di criteri di qualità nella scrittura, di responsabilità nel rispettare le sensibilità dei lettori, l’autrice dedica questa sua operazione letteraria, considerandola esempio di una selezione virtuosa. Sinottica previsione, rappresentazione complessiva, concettualmente estratta, riconducibile ad un progetto di libro potenziale, in forma concreta. Raccolta stabile di numerabili pagine.
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