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Per una ragione poetica

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di Francesco Roat

L’autrice spagnola María Zambrano (1904-1991), allieva di Ortega y Gasset e di José Xavier Zubiri, è stata al contempo filosofa e poetessa. I suoi numerosi saggi affrontano molteplici tematiche, ma ciò che costantemente viene da lei rimarcato un po’ in tutte le sue riflessioni è la critica ad una filosofia che, in Occidente, è sempre stata teoretica e pertanto astratta e fatalmente lontana dalla vita vera, da una concretezza esistenziale che nessun sistema filosofico di stampo logico-razionale può esprimere appieno, che anzi finisce per impoverirla, non sapendone cogliere affatto la matericità e la complessità.

Giusto intorno a tale analisi critica operata dalla eccentrica femminista iberica ‒ che ci invita a rifiutare una modalità di pensiero tutta maschile, volta a ordinare, controllare e dominare la realtà più che accoglierla e prendersene cura amorevolmente ‒ si snoda il notevole saggio di Lorenzo Marotta, puntuale e attento nell’investigare la ragione poetica dell’autrice, la quale auspica, accorata, che el pensamiento (il pensiero) ed el sentir (il sentire) possano divenire un tutt’uno senza per questo amalgamarsi o annullarsi.

Certa, com’ella è, della necessità/opportunità di un vero e proprio nuovo metodo conoscitivo ‒ basato sull’intuizione e su una certa qual pasividad del entendimiento (passività della comprensione) ‒, altro da quello logico-scientifico e che non pretenda appunto di assurgere a sistema filosofico, ma che anzi si tenga lontano da ogni hybris intellettualistica, da ogni pretesa di conoscenza esaustiva. Un metodo paradossalmente a-metodico, però, che possa farci giungere ad un autentico saber sobre el alma (sapere dell’anima), come recita il titolo di uno dei più bei libri della Zambrano.

“Si tratta” ‒ sintetizza acutamente Marotta ‒ “di comporre da un lato l’unità originaria di eros e logos che sta alla base dell’esistente e, dall’altra, rivendicare l’importanza dell’unità dell’essere umano fatto di corporeità e di pensiero. Un recupero del corpo, del valore del suo sentire attraverso tutti i suoi organi, compresa la sensibilità della pelle da cui passano le emozioni e avviene l’incontro con le cose”. Così, sempre paradossalmente, è l’ossimoro: il darsi insieme dei contrari/contrasti ‒ come bene aveva intuito sin dall’antichità Eraclito ‒ la “figura” che esprime la misteriosa ed autentica verità dell’essere e dell’uomo.

Ma l’Eros, quello con l’iniziale maiuscola, a cui accenna la Zambrano non è solo mera passione amorosa o peggio ancora pretesa che l’altro, l’oggetto del desiderio erotico, appaghi le brame del nostro piccolo ego. Accogliere il richiamo di quel dio è piuttosto avere il coraggio dell’éxtasis: la determinazione ad uscire da sé, scordandosi dell’io ‒ o facendolo morire, come hanno sempre suggerito i mistici d’ogni tempo e luogo ‒ attraverso un oblio di sé, che, come ebbe a scrivere l’autrice in un altro suo saggio (Filosofia e poesia): “è svegliarci in ciò che ci ha creato e ci sostenta”.

Ci ricorda ancora Marotta che la nostra poetessa-filosofa, memore della lezione di Aristotele, secondo il quale gli uomini furono mossi a filosofare dal thaumazein (che è insieme l’atto del meravigliarsi e dello stupirsi) suscitato in loro dal semplice sguardo sul mondo, sulla cosiddetta realtà che non può essere costretta entro le anguste maglie della nostra supponente ragione, di un intelletto che, a causa della propria velleitaria tracotanza, ha preteso tutto razionalizzare facendo fallire la filosofia ‒ sempre secondo la Zambrano ‒ sin dal suo avvio. Fedele all’incanto dell’aurorale meraviglia stupefatta è invece rimasta la poesia; quindi occorrerà riconciliare logica e intuito, parola filosofica ed espressione poetica.

Nota a questo proposito l’autore del saggio, come vi sia senz’altro necessità d’una: “unione ‒ sinolo ‒ di pathos e logos, di razionale e poetico, come componenti inscindibili, essenziali e fondanti la conoscenza del reale, senza che tale conoscenza divenga astratta in forza del solo razionale perché vuota della ricchezza della vita colta dall’eros. Un pensiero intellettuale impregnato di viscere, di sangue, per sottolineare la forza rivelatrice dell’unione di mente e cuore”.

Lorenzo Marotta, María Zambrano e il pensiero dell’Occidente. Saggio di filosofia, Mimesis 2023, pp. 218, euro 15,00

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