Lo Zibaldone
Paola Perrone: “Concessioni demaniali marittime”
L’avvocato pugliese Paola Perrone, dopo il Master in Diritto ed economia del mare, realizza un testo per gli addetti ai lavori e non solo, al fine di riordinare i contrasti tra la normativa statale e le direttive comunitarie riguardo le concessioni demaniali. Il libro, dal titolo “Concessioni demaniali marittime nella nuova prospettiva all’interno dell’Unione Europea”, analizza i risvolti a livello nazionale e le conseguenze di tali istituti sulle diverse modalità di utilizzo delle aree demaniali marittime.
A cura di Veronica Otranto Godano
<<Qual è l’iter di rilascio della concessione demaniale marittima?>>
L’assegnazione di una nuova concessione con finalità turistico-ricreativa presuppone una procedura complessa e articolata che vede il coinvolgimento di vari enti e uffici. Si tratta di un provvedimento che abilita il titolare a occupare aree o beni di proprietà del demanio marittimo o porzioni di mare per la realizzazione di opere e impianti, al fine dell’utilizzo esclusivo di suo interesse. Chi vuole ottenere una concessione demaniale marittima deve presentare una domanda al Comune dove si trova la porzione di spiagge o mare che intende occupare. Una volta presentata l’istanza, si ha l’apertura di un procedimento articolato in varie fasi che, per brevità, si possono riassumere in: fase istruttoria, fase di acquisizione della documentazione tecnica e fase finale di rilascio. Le Autorità che partecipano al rilascio della concessione, oltre al Comune, sono l’Agenzia del Demanio, l’Agenzia delle Dogane, la Capitaneria di Porto, il Genio Civile e gli Uffici Regionali competenti.
<<Secondo lo stesso Bolkestein, la direttiva che porta il suo nome non è applicabile ai balneari perché ‘le concessioni rientrano nel contesto dei beni e, quindi, non rientrano nei servizi’. Cosa ne pensa a tal proposito?>>
Nel capitolo II del mio testo, ho cercato di offrire al lettore una visione il più limpida possibile, per quanto la materia consenta, dell’evidenza pubblica. Non è la prima volta che gli esponenti dell’Unione Europea utilizzano una terminologia, che sembra di facile comprensione a primo acchito, ma che riportata all’interno dei sistemi giuridici di ogni singolo Stato membro, assume una connotazione giuridica differente dalle intenzioni del rappresentante tecnico o politico che se n’è fatto portavoce. Parlare di beni anziché di servizi, a mio parere, non sposta di molto il baricentro del problema, nel senso che la prerogativa del nuovo codice degli appalti è proprio quella di porre l’accento sull’apertura del mercato dei contratti pubblici alla concorrenza a livello europeo. Discutere di beni, piuttosto che di servizi, significa allora discutere della nozione di appalto e non di concessione senza, però, sciogliere il nodo della rimozione di ogni discriminazione nazionalistica.
<<Come giudica la legge di bilancio che ha prorogato di 15 anni le concessioni demaniali?>>
Ritengo, come peraltro ho espressamente affermato nel corpo del mio libro, che gli imprenditori balneari nel corso degli anni con la loro attività e con i loro investimenti, si siano accollati compiti spettanti agli Enti pubblici nella cura e nella preservazione del patrimonio costiero italiano. Questa attività splende al sole dei nostri litorali, per cui giudico favorevolmente ogni iniziativa governativa utile a dare stabilità e certezza a quel particolare settore imprenditoriale. Della questione della proroga mi sono occupata nella mia trattazione, là dove ho cercato di dare sostegno, sia pure de iure condendo, all’applicazione di altri sistemi tecnico – giuridici nella materia delle concessioni demaniali marittime, proprio nella prospettiva di tutelare le attività turistico ricreative. Peraltro e sottolineando che l’istituto della “proroga” è differente da quello del “rinnovo” di cui fino al 2010 hanno goduto gli imprenditori del settore, giova porre l’attenzione sul fatto che la recente giurisprudenza del Giudice Amministrativo si è pronunciata sull’assoluta transitorietà della disciplina concernente la proroga delle concessioni demaniali, fornendo un’interpretazione autentica del tessuto normativo di cui alle recenti riforme.
<<Qualche mese fa girava voce su una presunta procedura d’infrazione che sarebbe stata avviata dalla Commissione europea per l’estensione delle concessioni balneari approvata dal Parlamento italiano. Notizia in seguito rivelatasi falsa. Cosa pensa l’Unione Europea in merito?>>
Non sono in grado di dire cosa pensi l’Europa al riguardo. Dico meglio, l’UE si è espressa nel corso degli anni in maniera abbastanza chiara nei confronti dello Stato italiano, tanto da costringere il Parlamento nel 2009 a decidere per l’abrogazione dell’art.37 del codice del codice della navigazione (Dl n. 194/2009, comnv. dalla L. n. 25/2010), proprio al fine di evitare la preannunziata procedura d’ infrazione. È certo che la decisione del Parlamento in seno alla legge di bilancio, secondo me, è vista dall’Europa come una sfida alla sua autorità e questo certamente non è un bene per il Paese. Da qui la necessità di trovare una soluzione organica da dare alla materia all’interno del nostro sistema giuridico, così da offrire garanzie e stabilità ai tanti operatori del settore.
<<Secondo Lei il governo italiano cosa dovrebbe fare per le concessioni demaniali?>>
Sicuramente gli operatori economici hanno bisogno di stabilità ed è d’obbligo trovare una soluzione percorribile che contemperi le loro esigenze con la volontà concorrentistica che l’Europa vuole imporre a ogni costo.
<<Alcune associazioni di bagnini giudicano le evidenze pubbliche pericolose, perché si correrebbe il rischio di infiltrazioni mafiose. Condivide queste preoccupazioni?>>
No, non le condivido, così come non condivido qualsiasi forma di terrorismo psicologico e l’uso della “vox populi, vox dei”. Ritengo che il problema vero sia quello di preservare l’attività di impresa di migliaia di operatori, che hanno speso la loro vita lavorativa e hanno impiegato nel corso di decenni le loro risorse economiche per migliorare ampie zone di litorale costiero, che altrimenti sarebbero, oggi, abbandonate alla più totale incuria.
<<Come nasce la passione per le tematiche legate al mare?>>
Sono nata e cresciuta in una terra di mare, il Salento. Il mare fa parte del mio DNA e credo che la bellezza di un’alba o di un tramonto sia più godibile dove c’è cura anziché incuria.
<<Ha intenzione di scrivere altri libri giuridici?>>
Sì, ho un’idea che mi frulla per la testa da mesi e che mi piacerebbe realizzare per mettere ordine in una materia la quale è, ad oggi, priva di qualsiasi punto di riferimento.
Casa Editrice: Primiceri Editore
Prezzo: €15.00
Formato: A5
Pagine: 88
Codice Isbn: 978-88-3300-110-4
Contatti
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