Thriller
Paese che vai, commissario che trovi
di Loredana Simonetti
Il genere poliziesco è un filone interminabile e ogni regione italiana ha il suo sbirro: il notissimo commissario Montalbano, siciliano di razza pura e alter ego dello scrittore Andrea Camilleri, il commissario Ricciardi che lavora in una Napoli degli anni ’30 tanto cara allo scrittore Maurizio de Giovanni, l’investigatore Lorenzo La Marca dello scrittore palermitano Santo Piazzese, biologo “prestato alla scrittura”, come ama definirsi, e ancora, il “barrista” Massimo con la commissaria Fusco della fortunata serie dei delitti BarLume, scritti dal toscano Marco Malvaldi.
Solo per citarne qualcuno.
“7-7-2007” di Antonio Manzini è ambientato a Roma e lo sbirro di turno è romano.
“Commissario ‘sta gran cippa! Sono vicequestore.”, avrebbe risposto Rocco Schiavone a chi sbagliava a chiamarlo “commissario” e guai a farglielo ripetere un’altra volta.
Con una storia d’amore zoppicante la cui risoluzione finale ricorda un noto film di 007, con delitti la cui dinamica di morte è sofisticata e difficile da capire, Manzini offre ai suoi lettori il personaggio del vicequestore Rocco Schiavone, uomo di legge non integro e che qualche volta ha ceduto alla corruzione. Il libro, durante lo svolgimento delle indagini, mette a nudo le debolezze del vicequestore in una realtà sociale di grande attualità. Forse è proprio per questo motivo che si è scelto di realizzarne una serie televisiva dal successo garantito e che andrà in onda sui canali Rai. Tuttavia lo stile narrativo, prevalentemente a dialoghi, non arricchisce la lettura e quando la trama non è esaltante, si soffre un po’. L’uso eccessivo dei dialoghi impoverisce la lingua e rischia di trasformare il libro in una precoce sceneggiatura.
Autore:Antonio Manzini
Titolo: 7-7-2007
Editore: Sellerio editore Palermo
Pubblicato: Luglio 2016
Pagine: 369
Prezzo: € 14,00
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